TRIESTE - Autotrasporto in ginocchio anche in Friuli Venezia Giulia. Carenza di

Domenica 25 Maggio 2014
TRIESTE - Autotrasporto in ginocchio anche in Friuli Venezia Giulia. Carenza di investimenti, cabotaggio abusivo, scarsità di controlli sono solo alcune delle cause a cui ricondurre la crisi del comparto.
Il punto della situazione è stato fatto nel corso dell'incontro organizzato dal Propeller Club del Porto di Trieste sul tema dell'autotrasporto quale anello vitale per lo sviluppo dell'intermodalità che oggi costituisce il valore aggiunto dell'offerta che un Porto deve essere essere in grado di proporre per differenziarsi ed essere più competitivo di altri. Impressionanti i numeri in Friuli Venezia Giulia: negli ultimi dieci anni le imprese di autotrasporto hanno registrato una contrazione del 35% che equivale ad una moria di 950 aziende del settore.
Un altro dato pesante riguarda la perdita di traffico internazionale pari al 90%. Il cabotaggio è un tema che viene da lontano, in Italia se ne parla da almeno una decina d'anni e rappresenta un problema ancora più forte per il Friuli Venezia Giulia, regione di confine. Dal segretario generale di Confartigianato Trieste Enrico Eva l'auspicio che i controlli da parte della Polizia Stadale aumentino: «C'è un problema di concorrenza leale da parte dei Paesi dell'Est dove il costo del lavoro, il costo assicurativo e la tassazione sono inferiori e da questo punto di vista siamo perdenti ma c'è poi la concorrenza sleale ovvero la violazione sistematica della normativa di cabotaggio». In altre parole, la possibilità per il camion di effettuare 3 viaggi in 7 giorni dopo l'ingresso in Italia. «Stiamo tentando di convincere il Governo – ha detto Eva – ad applicare la norma di salvaguardia altrimenti resteremo terra di invasione e basta, la vigilanza va incentivata altrimenti è una guerra impari».
Secondo il segretario generale di Confartigianato Ts «occorre far capire alle forze politiche che la disattenzione provoca per lo Stato la perdita di entrate importanti perchè mentre l'impresa locale versa le tasse in Italia quella estera le versa altrove senza arricchire il sistema». Da Rita Rapotez (categoria trasporti) l'invito a fare sistema per scongiurare «il rischio che il settore venga svenduto allo straniero».
Elisabetta Batic
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