Torna l'influenza, anche un caso di suina

Venerdì 24 Maggio 2019
Torna l'influenza, anche un caso di suina
TORNA L'INFLUENZA
PORDENONE Febbre (sopra i 38 gradi), mal di gola, tosse, dolori articolari e muscolari. E' il classico colpo di coda dell'influenza, favorito dai repentini sbalzi di temperatura insoliti - a dir poco - per questo periodo. L'instabilità del tempo con temperature facilmente riconducibili più all'autunno piuttosto che alla primavera inoltrata sta determinando l'aumento esponenziale di virosi che, nei casi più gravi, richiedono il ricovero in ospedale. Com'è accaduto per un 50enne di Pordenone, che si era presentato mercoledì al pronto soccorso Santa Maria degli Angeli di Pordenone con un'insufficienza respiratoria e una temperatura corporea elevata da due giorni. Il quadro clinico è apparso chiaro sin da subito: la diagnosi dell'influenza del ceppo H1N1, quello della 'suina'' esplosa con la pandemia del 2009, è stata confermata dal test Multiplex Pcr al quale l'uomo è stato sottoposto. Le sue condizioni non sono comunque gravi.
INFEZIONI
E' altrettanto facile, come sta succedendo in questo periodo, assistere ad un'impennata di infezioni alle alte vie respiratorie: raffreddori, bronchiti e tracheobronchiti. «Gli sbalzi di temperatura vanno evitati con attenzione - ricorda Massimo Crapis, responsabile dell'unità operativa Malattie infettive dell'Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale - per prevenire i malesseri di stagione». I virus implicati in queste sindromi sono diversi. A parte quelli della canonica influenza stagionale la vera influenza, la cui emergenza è passata ormai da due mesi ci sono tutti i parainfluenzali, adenovirus, coronavirus. Generalmente un po' meno aggressivi». Crapis, riguardo gli attacchi influenzali, è chiaro: «E' bene ricordare sostiene che l'influenza circola tutto l'anno. L'incidenza dei contagi avviene nel periodo invernale, da dicembre a marzo, ma è una falsa percezione credere che tra la primavera e l'estate nessuno possa ammalarsi. Ricordo, infatti, come nel 2009 la 'suina'' venne isolata tra giugno e luglio. Quindi in pieno periodo estivo. Riusciamo a scoprire sempre più casi grazie ad una migliore diagnostica: non a caso il reparto di Microbiologia dell'ospedale Santa Maria degli Angeli è un'eccellenza. E non soltanto a livello regionale».
I CASI
L'influenza di quest'anno (del periodo invernale) non è stata particolarmente diversa da quella delle ultime stagioni invernali, dal momento che i virus in circolazione sono più o meno gli stessi. Il brusco e repentino abbassamento delle temperature ha contribuito a far aumentare il numero dei casi di influenza accertati. «Il picco epidemico l'infettivologo entra nello specifico è stato inferiore rispetto a quello registrato nel 2018, ma ci sono stati più decessi: praticamente il doppio, pur a fronte di meno casi complessivi. La media è presto fatta: circa un decesso su 10mila pazienti infetti nel 2019 rispetto allo 0,5 (sempre sullo stesso numero di persone) dell'anno prima». Un trend che potrebbe essere migliorato soltanto se alla campagna vaccinale aderisse una percentuale maggiore di cittadini. A questo proposito i dati che riguardano il Friuli Venezia Giulia sono tutt'altro che positivi. Degli over 65, ovvero i pazienti maggiormente esposti a complicanze in seguito ad un attacco influenzale, soltanto il 55 per cento è ricorso al vaccino. Va leggermente meglio nella Destra Tagliamento dove la percentuale si è attestata attorno al 58 per cento. «E' comunque ancora troppo bassa sottolinea Crapis dal momento che le nostre aspettative erano quelle di arrivare almeno al 75 per cento. E' un dato preoccupante, che dimostra ancora una volta come sia radicata una certa disaffezione nei confronti della pratica vaccinale. Episodi come il decesso causato dall'influenza dovrebbero far riflettere sull'importanza della prevenzione, ma non è detto che venga raggiunto il risultato sperato».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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