Stranieri regolari ma senza un lavoro Con loro italiani vittime della crisi

Mercoledì 13 Novembre 2019
Stranieri regolari ma senza un lavoro Con loro italiani vittime della crisi
I CASI
PORDENONE «A volte basta una frase amichevole, per riscaldare i cuori». Sono le parole usate da una volontaria della Croce rossa di Pordenone quando le viene chiesto cosa cercano le persone che si rivolgono al comitato di via Cappuccini. Lo sportello non è solo una mensa che offre pasti a chi altrimenti resterebbe a digiuno. È luogo di incontri, di vite dal percorso tortuoso che si intrecciano, di storie che si raccontano anche solo con gli sguardi. Si toccano le generazioni, quando ad accomunarle è il rischio di non mettere qualcosa sotto i denti a fine giornata. Ci sono i più giovani, quasi tutti stranieri. «Migranti con un regolare permesso di soggiorno, nella maggior parte dei casi. Giovani anche con meno di vent'anni - spiegano dalla Croce rossa -, ma senza un lavoro». Sono le persone con meno averi addosso: «Spesso solamente uno zainetto - riportano ancora i volontari della Croce rossa, e conferma il presidente Antonaglia -. Al massimo c'è chi ha a disposizione qualche indumento in cattive condizioni oppure un sacco a pelo». Lo sportello di via Cappuccini a Pordenone diventa anche una sorta di bar, nel quale ci si può incontrare per provare a prendere a pugni la solitudine almeno per due ore. «Si scambiano due parole, si raccontano difficoltà ed esperienze, si usa un bagno riscaldato per la prima volta in una giornata. Tutto questo è quello che si può condividere al presidio di via Cappuccini», raccontano i volontari della Croce rossa. Accanto ai giovani stranieri che non hanno per ora incontrato il miracolo italiano che forse stavano cercando, ci sono persone con più di 50 anni che a momenti alterni si rivolgono alla Croce rossa perché altrimenti la sera non riuscirebbero a mangiare. Ci sono stati - recentemente - anche alcuni veri e propri senzatetto. Italiani, anche un pordenonese, oltre la mezza età e nella maggior parte dei casi vittime di situazioni familiari in decomposizione e contemporaneamente senza più un lavoro. «Generalmente gli italiani - spiegano - non sono giovani. Hanno tutti un'età piuttosto avanzata e storie alle spalle nettamente diverse da quelle dei cittadini stranieri che aiutiamo». Differenze che spariscono di fronte al minimo comune denominatore del rischio di restare ai margini della città e dei pensieri di chi la abita.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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