STRAGE DIMENTICATA
PORDENONE A 80 anni dai fatti Izourt rischia di rimanere una

Domenica 24 Marzo 2019
STRAGE DIMENTICATA
PORDENONE A 80 anni dai fatti Izourt rischia di rimanere una tragedia dimenticata. Per tanti anni l'intero Friuli Venezia Giulia ha conosciuto lo sradicamento del territorio attraverso l'emigrazione. Questo fenomeno è stato molto studiato, ma esistono ancora nomi ed eventi destinati all'oblio della memoria se qualcuno, parenti, associazioni o storici, non ponessero con vigore il loro ricordo. Una di queste è certamente la tragedia d'Izourt, nei Pirenei francesi, avvenuta 80 anni fa, esattamente il 24 marzo 1939. Oggi infatti ricorrono gli 80 anni dalla tragedia. Vi trovarono la morte 31 operai di cui 29 italiani, 8 erano friulani. Questi i loro nomi: Umberto Braida di Travesio, Aurelio Del Fabbro di Pagnacco, Giuseppe Giampaoli di Pagnacco, Ercole Gregorutti di Cassacco, Vincenzo Pezzetta di Buja, Settimo Serbosini di Tricesimo, Vincenzo Tassan Caser di Aviano, Carlo Zat nato a Zurigo ma da genitori di Caneva.
LA TRAGEDIA
La località di Izourt è in montagne tra Andorra e Francia, a circa 1650 metri di altezza. Siamo nel mese di marzo del 1939, ad alta quota nevicava da un paio di giorni, i lavori di costruzione della diga per sbarrare un laghetto erano stati sospesi perchè una tempesta di neve si stava abbattendo sulla zona costringendo gli operai a rifugiarsi nelle baracche costruite poco distanti. Ed è qui che alle 7.30 del mattino del 24 marzo 1939 una tormenta di neve di una incredibile intensità si abbattè sul cantiere assieme a venti violentissimi ed il peso di oltre sei metri di neve scoperchiarono e fecero crollare le baracche malgrado fossero state costruite solidamente, in pietra, dagli operai stessi. «I primi soccorsi - racconta l'appassionato di storia dell'emigrazione Claudio Petris - furono portati dagli stessi colleghi operai che occupavano le altre baracche risparmiate dalla catastrofe, nonostante le condizioni meteorologiche estreme. Con la neve fin sotto le ascelle e con un vento fortissimo, si buttarono alla ricerca dei compagni sommersi. Alcuni furono ritrovati e scamparono alla morte. Per altri il destino era scritto. Si scavava con ogni mezzo: la neve e il ghiaccio costringevano i soccorritori a brevi turni di soccorso per non rimanere a loro volta congelati. Distrutti i collegamenti elettrici con il fondo valle, bisognerà attendere il primo pomeriggio per l'arrivo di una trentina di soccorritori.
I CORPI
I corpi dei deceduti furono evacuati a valle dai militari francesi giorni dopo. I morti avevano tra i 23 e 52 anni e furono sepolti nel piccolo cimitero accanto alla chiesa, del paese di Vicdessos. La seconda guerra mondiale sta per scoppiare, gli italiani diventeranno per un periodo nemici della Francia, le tombe degli operai italiani verranno dimenticate ed eliminate. Ma nel 2002 qualcosa si è mosso per ricordare quei morti. In Friuli Venezia Giulia tutti nomi dei defunti furono trovati ed anche i loro familiari. Oggi nel cimitero c'è una lapide, con tutti i nomi dei morti grazie all'impegno dell'associazione Ricordate, la cui azione è sostenuta dalla Alliance Franco-Italienne de Midi- Pyrénées e dall'associazione Veneziani nel Mondo. Nella ricorrenza dell'80° anniversario della tragedia, oggi, domenica 24 marzo, verrà celebrata una messa, alle 9, nella chiesa di San Antonio da Padova a Malafesta di San Michele al Tagliamento.
Emanuele Minca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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