Spazzacorrotti Una mozione in Comune per cambiarla

Lunedì 25 Marzo 2019
IL CASO
PORDENONE Discriminatoria e illegittma. Così Fratelli d'Italia apostrofa la legge spazzacorrotti che in provincia di Pordenone, se adottata, farebbe uscire dalle associazioni di volontariato almeno il 30 per cento dei vertici perché gran parte hanno avuto o hanno un trascorso politico o amministrativo. E così, adottando le misure messe in pratica a livello nazionale e regionale dal senatore capogruppo di FdI Luca Ciriani e dal Consigliere regionale Alessandro Basso - che hanno presentato in aula una modifica alla spazzacorrotti, che con le sue norme rischia di mettere in ginocchio il mondo delle associazioni e più in generale il Terzo settore -, il portavoce provinciale Fdi Emanuele Loperfido e la consigliera Anna Facondo hanno presentato in Consiglio comunale una mozione con cui impegnano sindaco e giunta a farsi promotori e sostenere ogni iniziativa volta a modificare gli effetti distorsivi e discriminatori di questa norma per il mondo associativo e del volontariato del Terzo Settore. Una norma che, sottolineano, «appare inoltre viziata sotto il profilo della legittimità costituzionale, violando palesemente il diritto alla manifestazione del pensiero e alla libertà di associazione». Fratelli d'Italia sostiene l'assoluta importanza del tessuto associazionistico, baluardo dell'identità storico-culturale e tradizionale italiana. «Gravi conseguenze deriverebbero poi dall'estensione dell'obbligo di equiparare il controllo sugli statuti e sui bilanci, costituendo un aggravio difficilmente sostenibile - continuano i due consiglieri di Pordenone -, equiparando ai partiti e movimenti politici una vasta parte del mondo dell'associazionismo e del volontariato, con l'effetto di estendere ai secondi gli obblighi di trasparenza imposti ai primi con oneri e costi del tutto sproporzionati rispetto alle dimensioni e all'attività delle associazioni, includendo nel suo ambito ogni associazione, fondazione o comitato in maniera indifferenziata ed indiscriminata, a prescindere da quale sia lo scopo ed oggetto sociale, l'ambito di attività e il settore di intervento, le dimensioni, colpendo soprattutto piccole associazioni che si occupano gratuitamente di attività sociali verso anziani, bambini, malati e disabili».
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