«Solo a Spilimbergo sono oltre 1.300 gli interventi chirurgici da recuperare»

Giovedì 11 Febbraio 2021
«Solo a Spilimbergo sono oltre 1.300 gli interventi chirurgici da recuperare»
IL TERRITORIO
PORDENONE L'emergenza Covid ha impattato sulla carenza di organico sia negli ospedali che nei distretti territoriali. Per tracciare il quadro di una situazione che è ancora molto pesante - i ricoveri Covid stanno diminuendo, ma l'emergenza non è affatto finita - il sindacato ha fornito alcuni dati. Nel 2018 gli addetti dell'Asfo erano 3.836, il 2020 si è chiuso a 3.715 dipendenti. «In due anni - sottolineano le sigle sindacali - abbiamo perso 121 posti di lavoro». Una situazione che evidentemente è pesata e sta pesando anche rispetto alla gestione di tutti gli altri servizi sanitari extra-Covid. «Le ripercussioni ci sono e sono pesanti. Altro che - sottolinea Bruno Romano, Uil -. Bastano due esempi per rendere l'idea di quale sia la difficoltà anche per gli utenti della sanità di questo territorio. Nell'ospedale di Spilimbergo, per esempio, ci sono circa 1.300 interventi chirurgici che si sono accumulati e che devono essere recuperati. Altro esempio: per un intervento di cataratta l'attesa media è di 12 mesi, mentre in Veneto in tre mesi si riesce a fare l'intervento. E quello delle fughe in Veneto è un problema cui l'Azienda deve rispondere quanto prima».
L'ASSISTENZA
Un'altra preoccupata denuncia arriva dal fronte dell'assistenza domiciliare integrata, cioé quel servizio infermieristico che risponde ai bisogni di malati cronici o di anziani pluripatologici a casa. «Ebbene, durante la pandemia - racconta l'operatrice Maria Toto - non è che tutte queste persone che abbisognano continuamente del servizio siano sparite o siano guarite. Loro sono rimaste, noi operatori invece veniamo chiamati volta a volta come tappa-buchi per l'emergenza nelle case di riposo o in altre situazioni con il rischio di lasciare scoperto il fondamentale servizio del territorio. E questo perché non c'è personale sufficiente. E quindi l'Azienda si ricorda di noi solo quando ci sono supplenze da fare perché mancano operatori. Allora - aggiunge l'infermiera-sindacalista - è inutile riempirsi la bocca sul potenziamento della medicina del territorio quando poi invece la si sacrifica spostando il personale da altre parti». E delle difficoltà del servizio della pediatria di base che si ripercuote nei reparti ospedalieri ha parlato Miriam Smerghetto, Uil: «Nei pronto soccorso e anche nel pronto soccorso pediatrico la situazione è pesante. Questa emergenza ha fatto aumentare lo stress psico-fisico degli infermieri che, in certi momenti, si sono trovati a combattere una vera guerra sanitaria E alla fine pagheremo, questa situazione lascerà segni pesanti in molti operatori».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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