SICUREZZA e polemiche

Martedì 18 Luglio 2017
Più presenza sul territorio e non solo grazie alla pattuglia aggiuntiva della polizia locale che usufruendo dei 30 mila euro stanziati dalla giunta Ciriani vigilerà su parchi e luoghi sensibili della città, ma anche in conseguenza di un'iniziativa che vedrà i semplici cittadini diventare protagonisti del controllo attivo del territorio.
Non si tratta del controllo di vicinato, che probabilmente partirà in via Bellasio ma che sarà riferito solamente al monitoraggio dei potenziali topi d'appartamento, ma di qualcosa di più.
Le pattuglie civili (c'è chi le chiama ronde, chi occhi vigili) che potranno formarsi a Pordenone avranno un compito diverso: su base assolutamente volontaria saranno dislocate nei parchi e nei punti caldi della cittadina, con un occhio più attento a situazioni legate all'aumento della presenza a Pordenone di richiedenti asilo.
È questa l'idea perseguìta dall'amministrazione Ciriani e confermata dall'assessore Emanuele Loperfido. «Prossimamente - spiega il responsabile della Sicurezza nella giunta in carica - avrò un incontro con le associazioni di volontari. È un percorso che sicuramente dovrà essere seguìto e per questo motivo stiamo già verificando quali siano le associazioni già riconosciute del territorio e in grado di prestare la loro collaborazione. Vogliamo una maggior presenza».
L'ORIGINE - Pordenone in realtà prende spunto da Trieste. La giunta guidata da Roberto Dipiazza ha infatti assoldato un'ottantina di sentinelle. Entreranno a pieno regime nel 2018, ma sono già partite le prime ronde, attive soprattutto di notte e impegnate nella segnalazione di episodi di degrado o in grado di compromettere l'ordine pubblico. La giunta di centrodestra chiama i cittadini volontari per la sicurezza. A Trieste girano tra i vicoli della città vecchia, lungo le rive e di fronte alla stazione ferroviaria. A Pordenone potrebbero controllare giorno e notte via Brusafiera, l'autostazione in via Oberdan, i parchi cittadini. Ma sono solo degli esempi.
IL CONTRIBUTO - E a pagare l'iniziativa potrebbe essere la giunta Serracchiani. Sì, proprio così, perché dal 2009 esiste una normativa regionale che prevede la possibilità di usufruire di contributi legati alla fornitura del vestiario ai volontari, nonché alla stipula di assicurazioni ad hoc. A Trieste si parla di circa 12 mila euro da spalmare su 80 persone. A Pordenone sarebbe sufficiente la metà. Le sentinelle sarebbero scelte con un bando, dovrebbero dimostrare di non avere precedenti legati a fatti di violenza e discriminazione razziale e sarebbero preferite le persone con trascorsi tra le forze dell'ordine. Un'iniziativa analoga, sempre raccordata alla norma regionale che prevede l'elargizione di contributi, starebbe per scattare anche a Monfalcone, recentemente conquistata dal centrodestra. La legge del 2009 fu varata dalla giunta retta da Renzo Tondo, ma quella targata Pd di Debora Serracchiani non l'ha toccata. Così ora anche Pordenone, altro comune che ha cambiato bandiera, pensa ai pattugliamenti civili per monitorare l'emergenza migranti in città. E lo fa guardando ai contributi della Regione politicamente nemica.
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