L'ANNIVERSARIO
PORDENONE Quando nel 1949 si insediò sulla spianata della Comina, l'Ariete era una Divisione con tre brigate, diversi reggimenti e reparti nel territorio della Destra Tagliamento: più di diecimila militari di leva, oltre a qualche migliaio di sottufficiali e ufficiali. Nel 1986 lo scioglimento della Divisione ha lasciato sul territorio una sola Brigata (oggi nel pordenonese conta circa tremila donne e uomini che indossano la mostrina rossoblu con l'ariete) divenuta di soli professionisti. Ma la vicinanza e l'affetto di Pordenone (dove si stima che in settant'anni siano passati oltre centomila soldati di leva da ogni parte d'Italia) per la sua 132. Brigata in settant'anni non è mai venuto meno. E la cerimonia di domani per celebrare i 70 anni di presenza sarà l'occasione per dimostrarlo nuovamente. Ma le celebrazioni non ricorderanno soltanto una evento storico: i militari della brigata sono in partenza per un'importante missione in Afghanistan che durerà sei mesi. Domani in piazza (alle 9 l'alzabandiera per onorare i caduti in piazzale Ellero, alle 10.15 la celebrazione in piazza XX Settembre, sfidando il possibile maltempo) la brigata manifesterà il proprio grazie per la vicinanza e l'affetto dimostrato lungo la sua storia e darà l'arrivederci prima della partenza per la missione.
LA CITTÀ
«Il legame che c'è tra la città, ma tra tutto il territorio pordenonese - ha detto ieri il sindaco Alessandro Ciriani presentando la cerimonia - è ormai indissolubile. E a dimostrarlo sono sia la cittadinanza onoraria del 2000 che il premio San Marco nel 2016. In questi lunghi anni è diventato un elemento senz'altro identitario della nostra gente che si è integrata con la presenza militare. La presenza dell'Ariete è stata, nel tempo e visti i numeri, anche molto importate per le ricadute di tipo sociale e d economico. Oggi la brigata è formata da professionisti con grandi competenze. E di questo ne abbiamo avuta prova, negli anni scorsi, quando siamo andati in visita ai reparti sia in Libano che in Afghanistan: in ogni situazione è emersa la capacità dei nostri militari di inserirsi e di operare, facendosi benvolere, anche nelle situazioni più delicate». All'organizzazione della giornata ha lavorato molto anche il vicesindaco Eligio Grizzo (già ufficiale degli Alpini): «Ala cerimonia, tempo permettendo, ci saranno 260 ragazzi delle scuole che consegneranno alla brigata la bandiera del Comune. A testimonianza che in ciascun pordenonese c'è un pezzetto di Ariete».
IL COMANDANTE
«Per noi - ha detto il generale di brigata Enrico Barduani, comandate dell'Ariete - sarà un momento per dire un grande grazie a Pordenone. Ho operato in diverse parti d'Italia, ma il reale affetto e le vera vicinanza delle persone e delle istituzioni che riscontriamo qui non è certo comune. Segno che la nostra presenza è sentita nel tessuto sociale del territorio». Dopo la cerimonia la partenza per l'Afghanistan con oltre 500 uomini (in particolare l'11.Bersaglieri di Orcenico e il Logistico di Maniago): con quale spirito dopo il recentissimo attacco ai militari italiani in Iraq? «Lo spirito - afferma il generale Barduani, accanto il maggiore Massimo Grizzo, capo sezione Pubblica informazione della brigata - è quello di una naturale apprensione, ma soprattutto di serenità per la puntigliosa preparazione e il lungo addestramento che abbiamo svolto prima di partire. Ad Herat avremo il compito di garantire addestramento e consulenza delle forze di sicurezza dell'area ovest dell'Afghanistan in un territorio non facile. Ma sappiamo di poterlo fare». L'appuntamento è per il ritorno a casa nel maggio prossimo.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Quando nel 1949 si insediò sulla spianata della Comina, l'Ariete era una Divisione con tre brigate, diversi reggimenti e reparti nel territorio della Destra Tagliamento: più di diecimila militari di leva, oltre a qualche migliaio di sottufficiali e ufficiali. Nel 1986 lo scioglimento della Divisione ha lasciato sul territorio una sola Brigata (oggi nel pordenonese conta circa tremila donne e uomini che indossano la mostrina rossoblu con l'ariete) divenuta di soli professionisti. Ma la vicinanza e l'affetto di Pordenone (dove si stima che in settant'anni siano passati oltre centomila soldati di leva da ogni parte d'Italia) per la sua 132. Brigata in settant'anni non è mai venuto meno. E la cerimonia di domani per celebrare i 70 anni di presenza sarà l'occasione per dimostrarlo nuovamente. Ma le celebrazioni non ricorderanno soltanto una evento storico: i militari della brigata sono in partenza per un'importante missione in Afghanistan che durerà sei mesi. Domani in piazza (alle 9 l'alzabandiera per onorare i caduti in piazzale Ellero, alle 10.15 la celebrazione in piazza XX Settembre, sfidando il possibile maltempo) la brigata manifesterà il proprio grazie per la vicinanza e l'affetto dimostrato lungo la sua storia e darà l'arrivederci prima della partenza per la missione.
LA CITTÀ
«Il legame che c'è tra la città, ma tra tutto il territorio pordenonese - ha detto ieri il sindaco Alessandro Ciriani presentando la cerimonia - è ormai indissolubile. E a dimostrarlo sono sia la cittadinanza onoraria del 2000 che il premio San Marco nel 2016. In questi lunghi anni è diventato un elemento senz'altro identitario della nostra gente che si è integrata con la presenza militare. La presenza dell'Ariete è stata, nel tempo e visti i numeri, anche molto importate per le ricadute di tipo sociale e d economico. Oggi la brigata è formata da professionisti con grandi competenze. E di questo ne abbiamo avuta prova, negli anni scorsi, quando siamo andati in visita ai reparti sia in Libano che in Afghanistan: in ogni situazione è emersa la capacità dei nostri militari di inserirsi e di operare, facendosi benvolere, anche nelle situazioni più delicate». All'organizzazione della giornata ha lavorato molto anche il vicesindaco Eligio Grizzo (già ufficiale degli Alpini): «Ala cerimonia, tempo permettendo, ci saranno 260 ragazzi delle scuole che consegneranno alla brigata la bandiera del Comune. A testimonianza che in ciascun pordenonese c'è un pezzetto di Ariete».
IL COMANDANTE
«Per noi - ha detto il generale di brigata Enrico Barduani, comandate dell'Ariete - sarà un momento per dire un grande grazie a Pordenone. Ho operato in diverse parti d'Italia, ma il reale affetto e le vera vicinanza delle persone e delle istituzioni che riscontriamo qui non è certo comune. Segno che la nostra presenza è sentita nel tessuto sociale del territorio». Dopo la cerimonia la partenza per l'Afghanistan con oltre 500 uomini (in particolare l'11.Bersaglieri di Orcenico e il Logistico di Maniago): con quale spirito dopo il recentissimo attacco ai militari italiani in Iraq? «Lo spirito - afferma il generale Barduani, accanto il maggiore Massimo Grizzo, capo sezione Pubblica informazione della brigata - è quello di una naturale apprensione, ma soprattutto di serenità per la puntigliosa preparazione e il lungo addestramento che abbiamo svolto prima di partire. Ad Herat avremo il compito di garantire addestramento e consulenza delle forze di sicurezza dell'area ovest dell'Afghanistan in un territorio non facile. Ma sappiamo di poterlo fare». L'appuntamento è per il ritorno a casa nel maggio prossimo.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA