Scuola, precari esclusi: rischio ricorsi

Mercoledì 13 Novembre 2019
Scuola, precari esclusi: rischio ricorsi
SCUOLA
PORDENONE È stato sollevato un vespaio con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Decreto salvaprecari, in quanto manca la specifica relativa alla possibilità di abilitarsi e stabilizzarsi per gli insegnanti dei percorsi Iefp, di istruzione e formazione professionale che nel pordenonese (sono circa un centinaio) e nel Friuli Venezia Giulia, ma non solo, consentono agli studenti con maggiori difficoltà un inserimento lavorativo e acquisire l'istruzione tramite l'assolvimento dell'obbligo scolastico, trovando un lavoro come estetiste, parrucchiere, meccanici, elettronici, elettrici, grafici, operatori digitali.
L'INTERVENTO
Ora i tanti insegnanti della regione chiedono un intervento politico di sostegno al loro operato attraverso emendamenti al Decreto salvaprecari che sta approdando in Parlamento. Ma dove sta l'inghippo? Nel Salvaprecari si parla genericamente di scuole paritarie. Insomma, le tante scuole di ordine cattolico avrebbe tutelato i propri docenti, mentre per le realtà di competenza regionale, non si è mossa foglia. In campo sono scesi subito tutti i sindacati a cominciare dall'Anief che hanno presentato al Miur la piattaforma per la stabilizzazione in cui rientrano a pieno titolo i docenti dei percorsi Iefp. Per la legge 62 del 2000 si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti, in particolare per quanto riguarda l'abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche, comprese quelle degli enti locali che, a partire dalla scuola dell'infanzia sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia a cui commi 4, 5, 6.
ENTI LOCALI
Si deduce che i docenti dei percorsi IeFP istituiti con fondi esclusivamente pubblici dalle Regioni (enti locali) secondo un accordo Stato-Regioni che equipara le classi di concorso a quelle delle pubbliche graduatorie, debbano necessariamente partecipare al concorso straordinario riservato. «Il titolo di studio rilasciato - spiegano dai sindacati provincali - ha valore legale e, inoltre, viene assolto l'obbligo scolastico. La ratio si rinviene, inoltre, dalla piena validità di un servizio riconosciuto nelle pubbliche graduatorie di seconda e terza fascia, le uniche aggiornabili. L'emendamento approda in Parlamento e starà ai politici cercare di sistemare il tiro, riconoscendo la validità di esperienza nei centri di formazione professionale, dato che i percorsi IeFP vengono realizzati anche nelle scuole statali».
I RICORSI
«Anche in provincia- vanno avanti - sono in tanti a invocare la discriminazione in base agli articoli 33 e 34 della Costituzione, ma soprattutto all'articolo 3, l'uguaglianza dei cittadini cosa che non sarebbe garantita con la suddivisione di serie A (statali), B (paritarie), C (percorsi IeFP). Da qui la possibilità che partano diversi ricorsi in provincia. Se poi si vuole allargare alle direttive europee, si deve dire che mai propongono una netta demarcazione tra dipendenti statali, pubblici e privati. Il sistema nazionale è unico. Tanto più che in base alle normative vigenti sono state fatte scelte di vita, ovvero ci troviamo davanti a tantissimi casi di insegnanti che hanno maturato punteggio di servizio misto (IeFP, paritarie, scuola statale) e che oggi lavorano in scuola statale. Per quanto concerne lo storico, vi è da dire che con il PAS del 2013 e il concorso riservato dello scorso anno - conclude il sindacato - non vi era fatta alcuna discriminazione per i docenti afferenti al sistema scolastico nazionale, era stato rispettato il punteggio in essere nelle graduatorie». «Per tutelare questi docenti, ieri c'è stato lo sciopero e l'Anief ha già predisposto i ricorsi, qualora i politici non presenteranno e voteranno gli emendamenti a favore dei tanti insegnanti esclusi dal riservato».
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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