Scempio in via Cappuccini, giù i tigli

Martedì 19 Giugno 2018
LO SCEMPIO
PORDENONE Dopo anni di battaglie e un ultimo saluto domenica pomeriggio, è arrivata ieri la controversa - e annunciata - scure sui tigli di via Cappuccini. Se in mattinata i disagi provocati dal cantiere sono stati limitati, nel pomeriggio la chiusura di parte di via Cappuccini ha creato ripercussioni con lounghe file sull'intero ring. In pratica era tutto paralizzato. Meglio era andata la mattina visto che la chiusura effettiva del primo tratto di via Cappuccini è arrivata un po' più tardi rispetto all'ora di punta, riducendo così le ripercussioni sul traffico, già alleggerite dalla scelta di aspettare la fine dell'anno scolastico per dare avvio ai cantieri. Disagi limitati, per ora, anche in via Montereale, dove sono comparse da ieri mattina le prime transenne del cantiere che porterà, nei prossimi tre mesi, alla realizzazione della rotatoria all'intersezione con via del Traverso, funzionale alla viabilità a servizio del nuovo ospedale.
L'ADDIO AI TIGLI
Quella di ieri è stata dunque soprattutto la giornata dell'addio ai tigli, iniziato alle 19 di domenica con un'iniziativa lanciata all'ultimo momento sui social che ha portato sul posto esponenti dell'associazione Meta (che ieri ha pubblicato un video dei primi abbattimenti, parlando di massacro degli alberi e di giornata di lutto) e di altri cittadini come Michele Negro: Pordenone non cambia - ha commentato quest'ultimo -: Ciriani sulle orme dei sindaci di prima, dopo aver fatto finta, in campagna elettorale, di opporsi al taglio di una bella fila di tigli, anche secolari. Alcuni cittadini li hanno abbracciati, a poche ore dal cantiere per la loro sparizione: un pezzetto di una città vivibile che se ne va. Ma anche il sindaco Alessandro Ciriani è intervenuto sui social per spiegare la scelta: Dobbiamo posare le fognature e le reti per la captazione delle acque meteoriche. Fino a oggi il liquame del quartiere andava direttamente nel Noncello. Dispiace a tutti tagliare alberi ma la manutenzione di una città, se non hai alternative, passa anche attraverso scelte dolorose. L'importante è che il patrimonio arboreo complessivo cresca: abbiamo piantumato duemila alberi in meno di due anni. Metteremo piante nuove, ma vi prego di comprendere che qui non si tratta di fare una ciclabile, ma di impedire che tonnellate di schifezze arrivino al fiume o che le piogge creino dissesti geologici.
LA POLEMICA
Ma la polemica politica tocca anche il percorso che ha portato a questo progetto, che prevede l'abbattimento di 37 tigli, dopo che esponenti dell'attuale amministrazione si erano opposti a quello firmato dalla giunta Pedrotti, che ne avrebbe sacrificati una dozzina: I lavori inizieranno perché ci sono i soldi, ci sono sempre stati già ai tempi di Pedrotti, e inizieranno perché non c'è più il patto di stabilità, che c'era invece con Pedrotti - commenta Marco Salvador (Pordenone 1291). Il progetto - conferma Nicola Conficoni (Pd) - è stato finanziato dall'amministrazione Pedrotti, che ha contratto il mutuo per un progetto che prevedeva l'abbattimento di dodici tigli, ma è poi stato bloccato dal patto di stabilità Nel frattempo, appunto, gli alberi da abbattere sono diventati 37: gli stessi alberi per i quali il mondo intero si era legato con le catene ai tronchi per impedirne lo scempio e per i quali esponenti della destra cittadina minacciavano di cospargersi di miele al tiglio in mezzo alla via e grillini ante litteram di togliere la connessione al cellulare del sindaco di allora. Tutto questi pochi anni fa, mentre sindaco era Pedrotti, con la maggioranza di allora che di alberi ne voleva tirare giù 12, e la pista ciclabile senza stop. E poi via petizioni, ovviamente cavalcate dagli attuali consiglieri e assessori come Emanuele Loperfido. Ora neanche un estremista ambientalista a protestare. Un po' come in largo San Giovanni. Questa scelta - aggiunge - fa emergere anche la mancanza totale di visione della mobilità della città. Stiamo parlando di un asse di penetrazione della città. Se si fosse realizzata una commistione fra percorsi automobilistici e ciclabili, l'impatto sarebbe stato minore.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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