SANITÀ
PORDENONE La sanità pordenonese ancora una volta indossa le vesti di cenerentola. A lanciare l'allarme è Bruno Romano, segretario regionale e responsabile della Uil Fpl Pordenone, parlando di storico sottofinanziamento e di continua ricerca di soluzioni. «Nonostante le annunciate esternalizzazioni delle Rsa di San Vito e Azzano Decimo, dell'ospedale di Maniago e della sanità penitenziaria - sottolinea Romano - i conti non tornano e le assunzioni promesse rimangono un miraggio, vista la notevole carenza di personale sanitario, operatori di supporto e amministrativi». Ed esprime preoccupazione anche per «gli oltre 180 contratti a tempo determinato, di cui una parte sicuramente non saranno rinnovati». Senza scordare i turn over per pensionamento e quota cento o per dimissione volontaria.
IL LIVELLO ASSISTENZIALE
«Per quanto ci riguarda - prosegue il segretario Uil Fpl - rimane irrinunciabile il mantenimento complessivo del livello assistenziale con risorse adeguate. Non basterà, quindi, l'eliminazione del taglio dell'1%. Solo così sarà possibile non aggravare le già difficili condizioni di lavoro, ossia i continui richiami in servizio, ferie soppresse e straordinari. La soluzione vera è l'adeguato finanziamento della sanità pordenonese rispetto alle esigenze del territorio».
I PUNTI CRITICI
Secondo Romano, la carenza di personale è prioritariamente sentita in alcuni servizi, importanti e indispensabili per garantire l'abbattimento dei ricoveri e delle richieste improprie nei pronto soccorsi. «La diagnostica è in forte crisi per la carenza di tecnici in radiologia, mancano infermieri in ambulatorio per le malattie croniche intestinali, così come nel dh specialistico. Il Cup è in sofferenza da tempo e per coprire il sabato si ricorre allo straordinario. Il punto di primo intervento di Sacile, se sarà esternalizzato come soccorso extraterritoriale, permetterà di recuperare personale; è inoltre necessario - conclude Romano - un cambio del personale del pronto soccorso di Sacile e Pordenone, permettendo a chi ha fatto domanda di mobilità di poter accedere al servizio richiesto e incrementare così con nuovo personale infermieristico e oss».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE La sanità pordenonese ancora una volta indossa le vesti di cenerentola. A lanciare l'allarme è Bruno Romano, segretario regionale e responsabile della Uil Fpl Pordenone, parlando di storico sottofinanziamento e di continua ricerca di soluzioni. «Nonostante le annunciate esternalizzazioni delle Rsa di San Vito e Azzano Decimo, dell'ospedale di Maniago e della sanità penitenziaria - sottolinea Romano - i conti non tornano e le assunzioni promesse rimangono un miraggio, vista la notevole carenza di personale sanitario, operatori di supporto e amministrativi». Ed esprime preoccupazione anche per «gli oltre 180 contratti a tempo determinato, di cui una parte sicuramente non saranno rinnovati». Senza scordare i turn over per pensionamento e quota cento o per dimissione volontaria.
IL LIVELLO ASSISTENZIALE
«Per quanto ci riguarda - prosegue il segretario Uil Fpl - rimane irrinunciabile il mantenimento complessivo del livello assistenziale con risorse adeguate. Non basterà, quindi, l'eliminazione del taglio dell'1%. Solo così sarà possibile non aggravare le già difficili condizioni di lavoro, ossia i continui richiami in servizio, ferie soppresse e straordinari. La soluzione vera è l'adeguato finanziamento della sanità pordenonese rispetto alle esigenze del territorio».
I PUNTI CRITICI
Secondo Romano, la carenza di personale è prioritariamente sentita in alcuni servizi, importanti e indispensabili per garantire l'abbattimento dei ricoveri e delle richieste improprie nei pronto soccorsi. «La diagnostica è in forte crisi per la carenza di tecnici in radiologia, mancano infermieri in ambulatorio per le malattie croniche intestinali, così come nel dh specialistico. Il Cup è in sofferenza da tempo e per coprire il sabato si ricorre allo straordinario. Il punto di primo intervento di Sacile, se sarà esternalizzato come soccorso extraterritoriale, permetterà di recuperare personale; è inoltre necessario - conclude Romano - un cambio del personale del pronto soccorso di Sacile e Pordenone, permettendo a chi ha fatto domanda di mobilità di poter accedere al servizio richiesto e incrementare così con nuovo personale infermieristico e oss».
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