Sanità locale, il focolaio di S. Vito può generare la paralisi

Martedì 12 Gennaio 2021
Sanità locale, il focolaio di S. Vito può generare la paralisi
IL NODO LOCALE
PORDENONE In un quadro, come quello regionale, fortemente condizionato dalla pandemia, la sanità pordenonese soffre particolarmente anche rispetto alle altre Aziende sanitarie. E a complicare un momento già di altissima tensione, sono i contagi all'interno del reparto di Medicina di San Vito al Tagliamento. Anche ieri, infatti, sono state riscontrate due positività tra il personale, ed è a rischio la funzione stessa del polo sanvitese, che deve rimanere libero dal virus per poter accogliere i pazienti negativi in arrivo dall'ospedale di Pordenone. Oggi le ammissioni in reparto, nonostante i contagi, non si sono fermate, ma hanno certamente subito un rallentamento. Se si dovesse decidere di isolare la Medicina sanvitese, come accaduto in occasione di altri focolai scoppiati negli ospedali della provincia, mancherebbe all'appello il principale sfogo per l'ospedale di Pordenone, e la sanità della Destra Tagliamento rischierebbe il corto circuito definitivo, stante l'impossibilità di trasferire in altri ospedali almeno i pazienti negativi.
ASSISTENZA SECONDARIA
Un altro capitolo riguarda la limitata capacità delle Rsa del territorio pordenonese, già cannibalizzate per ricavarne reparti per i pazienti Covid bisognosi di cura a bassa intensità. Al momento, fanno sapere i medici che sovrintendono alla gestione dell'emergenza nei reparti intermedi della sanità locale, non c'è modo di ampliare le strutture esistenti. A Maniago, ad esempio, aggiungendo posti letto ai 20 attualmente in servizio, si andrebbero a sporcare i percorsi puliti, cioè gli spazi liberi dal Covid. A Sacile, invece, non c'è proprio lo spazio fisico. A San Vito ci sono due strutture, l'hospice e la Rsa locale, ma sono già stata usate nella prima fase dell'emergenza e non dovrebbero essere toccate. Al momento è congelata anche la Rsa di Casa Serena, dove è stato registrato il contagio di un operatore sanitario. L'unico possibile sbocco per un eventuale ampliamento sembra essere quello di Spilimbergo, che potrebbe vedere l'allargamento di almeno cinque o sei posti in area Covid. Di più non si può fare, anche perché a mancare è sempre il personale. L'ospedale di Pordenone, ad esempio, avrebbe a disposizione ulteriori spazi, ma non potrebbe contare sulle squadre mediche a supporto. Per questo servirà il soccorso delle altre Aziende.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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