Sanità, l'allarme Cgil su finanziamenti mancati e organico

Venerdì 6 Dicembre 2019
SANITÀ
PORDENONE Assunzioni di personale e non tagli. Intervento per riparametrare le risorse legate ai finanziamenti della sanità pordenonese con quella delle altre aree regionali. Chiarezza sul paventato declassamento dell'ospedale di Pordenone. E allarme sull'apertura «a nuovi privati che potrebbero fare il proprio ingresso nella sanità pubblica». È ciò che chiede la Cgil di Pordenone (con la categoria della Funzione pubblica e il sindacato dei pensionati) proprio nelle ore dell'approvazione della riforma sanitaria regionale. «Si tace - sottolinea il sindacato in una nota - sulle modalità di distribuzione delle risorse fra le diverse aziende sanitarie delle quattro province, dove quella di Pordenone sembra essere stata fino a oggi la più virtuosa e per questo ricevere meno finanziamenti, glissando sulla necessità di individuare le specializzazioni e individuarne i siti, per riequilibrare e rendere più efficiente l'insieme del sistema regionale pubblico, l'unico ovviamente in grado di assicurare ai cittadini di questa Regione e di questa provincia, le medesime opportunità di salute e di accesso alle cure». E poi l'accento va sulla necessità di aumentare gli organici: «Altro che tagli indistinti al personale sanitario come viene previsto nella programmazione sanitaria regionale del 2020 e contro la quale unitariamente i sindacati di categoria si stanno opponendo proprio in questi giorni. Diversamente la prospettiva sarà quella del declino anche del sistema sanitaria provinciale con il rischio dello stesso declassamento di strutture esistenti come l'ospedale di Pordenone con conseguente impoverimento dell'intera sanità pordenonese». Infine la preoccupazione rispetto alla paventata privatizzazione. «Più che occuparsi di affidare - aggiunge Cgil - senza un disegno organico, a nuove strutture private pezzi di sanità pubblica, magari sulla base di spinte politiche locali, si provi invece a occuparsi di quelle che sono di proprietà della Regione mettendole in sicurezza, scegliendo dove e come procedere alle indispensabili nuove assunzioni di medici e operatori sanitari, a stabilizzare il personale precario già operante, concludere i concorsi in essere e avviarne dei nuovi per fare fronte alle tante esigenze. Dunque, più che nuovi tagli ci sarebbe la necessità di assumere, visto che dal Governo viene data la possibilità di farlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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