Sanità e disservizi appello ai sindaci: dimostrate coraggio

Sabato 4 Dicembre 2021
Sanità e disservizi appello ai sindaci: dimostrate coraggio
SACILE
Tiene sempre banco il problema della sanità pordenonese e sacilese, definita dai Comitati locali che si battono a difesa dei servizi, «in prognosi riservata. E in tutto questo - aggiungono Gianfranco Zuzzi, del movimento Cittadinanza attiva Sacile e Luigi Zoccolan No tagli alla sanità Sacile - la politica sta a guardare». E subito fanno un appello forte a «politici e amministratori, in particolare del Distretto socio sanitario Cansiglio Cavallo Livenza: se ci siete battete un colpo e soprattutto... dimostrate coraggio».
SEGNALATI DISSERVIZI
Un nuovo intervento stimolato dalle segnalazioni che si susseguono per i disservizi che continuano a manifestarsi nella sanità pordenonese, la sottolineatura di Zuzzi e Zoccolan. Problemi che «stanno generando disagi non solo tra i cittadini, ma anche tra gran parte degli operatori sanitari tra i quali si respira un'aria di generale malessere e demotivazione. Anche in un periodo come questo in cui sono invece indispensabili l'armonia e collaborazione tra le varie figure che operano nell'AsFo, anche in considerazione della recrudescenza del Covid che va a sommarsi a criticità croniche». A tale proposito, i due rappresentanti dei comitati segnalano una incongruenza: «A fronte della necessità di accelerare le vaccinazioni suggerita ogni giorno dal generale Figliuolo, a Sacile si continua a a vaccinare solo la domenica mattina e il martedì. E intanto i sacilesi devono aspettare fino a metà gennaio sia per le prime che le seconde e le terze dosi e con il disagio di dover andare in altri Comuni».
L'ALLARME
«Di fronte al collasso della medicina di continuità (ex guardia medica), l'intasamento dei Pronto soccorso, l'allungarsi delle liste d'attesa, il rinvio di esami ed interventi chirurgici, la crisi delle Rsa in parte chiuse o sottoutilizzate per carenza di personale, i medici di famiglia che calano ogni anno senza ricambi, i piccoli ospedali come Sacile e Maniago sacrificati e spogliati dei servizi, la medicina territoriale che non decolla - proseguono Zuzzi e Zoccolan -, il mondo della politica locale e regionale e rappresentativa nei due rami del Parlamento si limita ad osservare, incapace o volutamente passiva nel fronteggiare lo stato di prognosi riservata in cui versa la sanità pubblica».
CITTADINI VITTIME
Quindi, dopo aver evidenziato che di tutto questo a pagarne le spese sono i cittadini, i due rappresentanti dei comitati accusano: «Ci troviamo all'interno di una palude da cui è complicato uscire se non si adotta un cambio di passo nella gestione della sanità sia a livello regionale che aziendale locale, condizionata da un codice che guarda alla politica regionale per le linee guida da adottare e per questo difficilmente scalfibile. A questo codice fanno riferimento numerose amministrazioni comunali anche del territorio Liventino che, ai disagi in tema sanitario che stanno vivendo le loro comunità, antepongono logiche di partito. Ciò significa che non bisogna dissentire dall'operato dei manovratori di turno ai vertici della sanità per dire che così le cose non vanno bene e debbono essere cambiate». E proseguono: Se non è un fatto politico è questione di scarsa consapevolezza di cosa significhi non aver garantito il diritto ad una sanità pubblica efficiente che deve tutelare trasversalmente l'intera comunità, dall'infanzia al fine vita e con cui tutti dobbiamo confrontarci, meritevole quindi non di una ma di cento battaglie». Concludono sottolineando che «si tratta di una questione di diritto e civiltà», rinnovando «l'appello ai politici e amministratori del Distretto a dimostrare coraggio».
Michelangelo Scarabellootto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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