SANITÀ AL BIVIO
PORDENONE Sembra complicarsi la gestione del dopo-Simon

Sabato 20 Aprile 2019
SANITÀ AL BIVIO
PORDENONE Sembra complicarsi la gestione del dopo-Simon al vertice dell'Azienda sanitaria 5. E sembra ormai farsi sempre più strada l'ipotesi del commissariamento. Delle due strade che la giunta regionale potrebbe imboccare alla scadenza del contratto dell'attuale direttore generale potrebbe imboccare c'è anche quella della eventuale proroga fino a fine anno dello stesso Giorgio Simon. Il tempo necessario alla Regione per predisporre il bando per il nuovo direttore generale che sarà operativo dall'inizio del 2020. Ieri, intanto, lo stato maggiore di Fratelli d'Italia di Pordenone ha lanciato un autentico siluro sul direttore chiedendone di fatto la tesa. E chiedendo all'assessore Riccardo Riccardi che cacci il manager al vertice dell'Aas5 alla scadenza di fine maggio. A decidere dovrà essere la giunta regionale, ma è chiaro che la scelta sarà determinata dall'assessore alla Salute.
DECISIONI
«È giunto il tempo di decidere - sottolineano Luca Ciriani, capogruppo in Senato di Fratelli d'Italia, Alessandro Basso, consigliere regionale e Emanuele Loperfido, coordinatore provinciale - in modo chiaro. Manteniamo il nostro sostegno all'assessore alla Salute Riccardi, siamo al suo fianco nella volontà di dare seguito alla forte azione riformatrice volta all'efficientamento della sanità pordenonese, che può vantare centri di eccellenza che necessitano essere gestiti da amministratori di elevati livelli di qualità e competenza. Sulla questione dell'Azienda sanitaria - non lascia spazio a mezze misure il partito locale della Meloni - troppe forze sono entrate in campo e adesso è arrivato il tempo di decidere».
IL COMMISSARIO
«Già a suo tempo Fdi - continuano gli esponenti del partito - ha presentato un emendamento in Consiglio regionale, ritirato per cortesia istituzionale, affinché si provvedesse al commissariamento dell'Azienda sanitaria e alla contestuale nomina di un commissario. Non è stato possibile». In quell'occasione - già Riccardi era sembrato propenso a scelte diverse - fu la Lega a salvare il direttore generale che rimase al suo posto anche in forza del contratto che scadrà a maggio. «Dal punto di vista più politico - va avanti Fdi - va lanciato un segnale molto chiaro di cambiamento rispetto al governo politico della sanità pordenonese degli ultimi anni. Anche e soprattutto in riferimento alle responsabilità di chi ha impedito la creazione del nuovo ospedale all'avanguardia in Comina (che oggi sarebbe già pronto) e ci ha lasciato in eredità un cantiere infinito e tanti disagi. Siamo convinti che non esistano dirigenti per tutte le stagioni, ancor meno poi qualora essi siano chiamati a rappresentare strategie ed azioni che, se non portate a retto compimento, causano grave depauperamento della sanità locale, come è successo infatti per quella pordenonese, situazione che è sotto gli occhi di tutti. La necessità prioritaria è dotare l'Azienda di un management capace e qualificato, che sappia prendere in mano le proposte della Regione. Chiediamo pertanto ancora una volta alla Regione di garantire un nome di grande lustro e di grande esperienza per risolvere i problemi della sanità pordenonese». E tra i nomi torna a circolare quello di Luciano Zanelli, già direttore generale dell'Azienda ospedaliera.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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