SALUTE
PORDENONE I medici del Friuli Venezia Giulia preferiscono esercitare la

Lunedì 18 Febbraio 2019
SALUTE PORDENONE I medici del Friuli Venezia Giulia preferiscono esercitare la
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PORDENONE I medici del Friuli Venezia Giulia preferiscono esercitare la libera professione tra le mura dell'ospedale con personale, attrezzature e sale operatorie disponibili e senza sborsare onerosi affitti per ambulatori privati tutti da attrezzare. Un esercizio anche troppo libero e poco regolamentato dalla Regione.
I NUMERI
È quanto emerge dall'ultima Relazione inviata al Parlamento dal ministero della Salute sulla libera professione intramuraria, la cosiddetta intramoenia che in Fvg vede addirittura il 100% di medici che esercitano la libera professione dentro gli ospedali. Gli ultimi dati fotografano la situazione di due anni fa ma da allora nella gestione e nel controllo della libera professione nulla è cambiato in questo ramo della sanità che muove milioni di euro all'anno. Con una spesa media pro capite di 21,8 euro a fronte dei 18,5 della media nazionale l'intramoenia in Fvg muove oltre 26 milioni di euro, di cui 22 milioni è la quota dei medici, circa l'88% mentre al Ssr rimangono meno di 4,3 milioni, il 12%, che se ne va per coprire i costi sostenuti. In compenso il guadagno medio annuo per medico in regione è di 18.350 euro, superiore ai 17.100 della media nazionale e la parte del leone la fa l'area specialistica che totalizza oltre l'80% dei ricavi delle prestazioni in intramoenia. L'intramoenia piace anche a professori e ricercatori universitari medici, dipendenti dall'università, che erogano cure in azienda in intramuraria: in Friuli Venezia Giulia si tocca il 64%; ospedalieri e universitari, insomma, sono sempre più medici privati dentro l'ospedale. L'attività intramuraria deve però essere regolamentata all'interno delle regioni e, sebbene le performance stiano migliorando sotto il profilo degli adempimenti richiesti nel governo dell'intramoenia, in Fvg ci sono alcune criticità e in regione si adempie al 69,4% degli indicatori aziendali ma solo al 33,3% di quelli regionali. Rispetto agli indicatori regionali il Fvg riferisce il pieno adempimento rispetto ad un solo indicatore, ovvero l'individuazione delle misure dirette ad assicurare, in accordo con le organizzazioni sindacali, il passaggio al regime ordinario dell'attività libero-professionale.
I NODI
Rimane, però il mancato adempimento per gli altri due indicatori, l'istituzione di appositi organismi paritetici con le organizzazioni sindacali e la partecipazione delle organizzazioni rappresentative degli utenti e di tutela dei diritti e soprattutto le linee guida regionali che erano in fase di adozione con la precedente amministrazione regionale, ma di cui ancora non si trova traccia. Compito della Regione è anche stabilire le modalità di verifica dello svolgimento dell'attività libero-professionale per rilevare i volumi prestazionali, nonché le attività di controllo dell'insorgenza del conflitto di interessi o di situazioni che implichino forme di concorrenza sleale.
LE MISURE
Per questo le regioni sono tenute a istituire appositi organismi paritetici con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, anche con la partecipazione delle organizzazioni rappresentative degli utenti per arricchire il processo di verifica, ma su questo punto il Fvg è al palo. Un aspetto, poi, particolarmente importante per il controllo dell'attività è la contabilizzazione delle prestazioni libero-professionali, effettuata separatamente e con modalità che tengano conto di tutti i costi diretti e indiretti, nonché delle spese alberghiere per quanto attiene l'attività svolta in regime di ricovero ma in regione meno del 50% delle aziende sono adempienti. Anche sui volumi di attività le aziende del Fvg risultano carenti.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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