SACILE
Letizia Maggio, artista sacilese, inizia il suo viaggio attraverso il

Domenica 1 Novembre 2020
SACILE Letizia Maggio, artista sacilese, inizia il suo viaggio attraverso il
SACILE
Letizia Maggio, artista sacilese, inizia il suo viaggio attraverso il mondo del gioiello contemporaneo nel 2008, dopo aver frequentato corsi di ceramica con Paola Paronetto, alla Pandora School ci Soriano e alla scuola internazionale di ceramica La Meridiana Ceraldo. «L'idea di concentrarmi sul gioiello in realtà è nata un po' per caso ,se devo essere sincera: avevo il desiderio di sperimentare immediatamente tutte le tecniche di lavorazione che avevo iniziato ad apprendere, dalla smaltatura, alla lavorazione al tornio, alla costruzione manuale fino alla scultura. Così, non potendo approcciarmi con facilità a dei pezzi grandi, ho iniziato a sperimentare con pezzi piccoli, dei monili che erano una sorta di campionatura dei risultati della ricerca avviata. Incoraggiata dall'apprezzamento di persone a me vicine e attratta, nel frattempo, dal mondo del gioiello contemporaneo, ho cominciato a realizzare le mie prime collezioni esponendole in concept stores e varie fiere in giro per l'Europa, arrivando presto a prediligere la porcellana».
IL CORSO
Nel 2013 Letizia decide di frequentare un corso di formazione in oreficeria tenuto dall'orafo di Padova Fernando Betto per cimentarsi nel campo: «Mi interessava apprendere le nozioni base di oreficeria, presupposto essenziale per muoversi nell'ambito del gioiello pur utilizzando materiali e tecniche non propri del gioiello tradizionale. Dalla collezione con Fernando Betto sono nate un paio di collezioni, ChaInges e So secret, presentate quello stesso anno alla fiera internazionale del bijoux a Milano. Successivamente ho partecipato a una serie di mostre in Italia e all'estero, destreggiandomi principalmente tra le città di Milano, Vicenza e Venezia, dove ho avuto l'onore di vincere il concorso premiato dalla galleria Oh My Blue ed esporre le mie opere in occasione della Biennale. Nel territorio ho inoltre potuto esporre in occasione della mostra Adagio. Uno allo Spazio Make di Udine nel 2018, che fu poi riproposta a Monaco nel 2019 in occasione dell'evento internazionale della Munich Jewellery Week e in occasione della mostra Quando orizzontale e verticale si incontrano, svoltasi a Villa Frova, frutto di un progetto in collaborazione con gli artisti giapponesi Ayumi e Fumitaka Kudo».
I MATERIALI
Da qualche anno l'artista ha accantonato l'uso della porcellana, materiale storico delle sue collezioni e si sta dedicando ad una ricerca personale sull'uso materiali: «Generalmente ogni mia nuova collezione è caratterizzata dall'impiego di materiali sperimentali e nuovi, sottolineando proprio una delle caratteristiche fondamentali del gioiello contemporaneo, ossia l'uso non tradizionale delle fonti. Per esempio le mie collezioni More Trues e Disclosure sono realizzate in argento ed eco glass, un particolare tipo di vetro riciclato proveniente dagli schermi di vecchi computer o televisori, ridotto in polvere e miscelato poi con acqua. Da questo procedimento si ricavano poi delle micro tessere che ho utilizzato come se fossero pietre preziose, per indurre a riflettere sul concetto di preziosità, spostandolo dal valore materiale a quello simbolico».
A PARIGI
Nonostante l'epidemia di Covid-19 che ha colpito il mondo intero a partire dallo scorso marzo, proprio in questi giorni è in chiusura una mostra a Parigi curata da Ilaria Ruggiero per Adornment-curating contemporary jewellery, nella quale è esposta l'ultima collezione del'artista A hundred silent ways: «È stata una scelta difficile, quella di andare avanti con l'esposizione nonostante il dilagare del Covid in Francia, rinunciando alla presenza sul campo e potenziando maggiormente la comunicazione digitale». Il progetto, che vede coinvolte oltre a Letizia Maggio, altre quattro artiste (Raquel Bessudo, Laura Forte, Simona Materi e Francesca Mazzotta) e la curatrice della galleria parigina Galerie Sophie è in lavorazione dal 2019: «L'evento triennale, il Festival Internazionale Parcours Bijoux al quale si accede attraverso una selezione, era troppo importante perché decidessimo di fermarci, cosi abbiamo deciso di continuare nonostante le difficoltà».
IL CORPO
Letizia racconta infine: «Il progetto si pone come obbiettivo quello di rappresentare l'area delle relazioni e del significato di identità e dell'interazione tra il corpo e lo spazio umano. L'idea iniziale era quella di fare una sorta di mappatura del corpo, fotografando dettagli di corpi che abbiamo pensato potessero essere quelli delle persone a noi vicine: partendo da questo prototipo, ho deciso in seguito che i veri gioielli sarebbero state le foto stesse».
Marta Boraso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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