SACILE
Anche Sacile ha il suo esempio di beni demaniali da recuperare: la casa

Domenica 24 Maggio 2020
SACILE
Anche Sacile ha il suo esempio di beni demaniali da recuperare: la casa cantoniera sulla Ss 13 Pontebbana al km. 65,145. A sollevare il problema il rappresentante del movimento Cittadinanza attiva per Sacile, Gianfranco Zuzzi, ricordando come il fabbricato - al pari di tanti altri presenti sul territorio nazionale - rappresenti un patrimonio che meriterebbe di venire valorizzato ed utilizzato per servizi di pubblica utilità. «Dal 2014 - sostiene - l'Agenzia del demanio ha introdotto delle iniziative per assegnare le case cantoniere dell'Anas, a Comuni, organizzazioni di volontariato, presidi di Protezione civile e salvaguardia del territorio, sedi di promozione di prodotti tipici locali ed altre attività di interesse comunale, seguendo la logica di promozione del terziario». L'assegnazione - sottolinea ancora Zuzzi - è aperta anche alle imprese, cooperative e associazioni attraverso una concessione in comodato gratuito per 9 anni rinnovabili.
«La struttura sacilese, che si presenta su più livelli su un'ampia area di pertinenza e di facile accessibilità - è la sua analisi -, potrebbe rappresentare un'opportunità per vari soggetti interessati a rilanciare il turismo e per incentivare iniziative sociali, culturali, ricreative e sportive».
Zuzzi è inoltre dell'avviso che anche il Comune potrebbe fruire dell'immobile per servizi comunali o legati a fini turistici, «visto che Sacile auspichiamo potrà in futuro far parte del Piano strategico di sviluppo e mobilità turistica legata a percorsi ciclo-pedonali e tracciati storico-religiosi (cammino di S. Antonio e cammino di San Cristoforo), già diffusi in varie regioni, dove immobili pubblici, sia minori che di prestigio, si sono trasformati in contenitori di attività e servizi per i viaggiatori, legandosi al tema del turismo lento per la scoperta del territorio attraverso una mobilità dolce, lungo itinerari di livello interregionale o internazionale: «Una tipologia di turismo che vuole punti di appoggio, un'ospitalità semplice, povera e a poco prezzo. Le case cantoniere - spiega Zuzzi - possono quindi diventare ostelli, trattorie, luoghi per la riparazione di biciclette, locande con posti letto, botteghe artigiane, luoghi per attività ricreative, culturali e di formazione, centri di assistenza per rispondere alle esigenze di sosta, permanenza, svago e relax dei turisti, pellegrini e ciclisti». Un Piano di recupero «che può rappresentare - conclude - una vera e industriosa opportunità di lavoro nel turismo al di fuori dei circuiti di massa per gli under 40, con idee e che vogliano partecipare a bandi di assegnazione».
M.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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