Restano ancora molti i disoccupati Accoglienza, scoppia il caso delle coop

Mercoledì 17 Luglio 2019
Restano ancora molti i disoccupati Accoglienza, scoppia il caso delle coop
IL PARADOSSO
PORDENONE Saldatori esperti, carpentieri e tecnici delle macchine a controllo numerico. Oltre a periti e ingegneri chimici ed esperti di riciclo ambientale. Esperti in logistica e carrellisti di magazzino. Esperti nella nuova robotica e nell'information technology delle aziende 4.0. E ora pure impiegati amministrativi in grado di gestire uffici paghe e fare bolle: la vecchia guardia delle impiegate (vuoi anche per quota cento) sta andando in pensione e molte aziende sono alle prese con le difficoltà nel turnover negli uffici. E nel vecchio settore primario, l'agricoltura, non si trovano trattoristi-potatori. Questo grossomodo - e in sintesi - il quadro delle figure professionali che le imprese faticano a reperire nel mercato del lavoro locale. E dire che i disoccupati sul territorio - si sta ancora smaltendo l'effetto della grande crisi che ha colpito durissimo falciando più del 25% de patrimonio industriale e occupazionale - non mancano. Ma evidentemente non rispondono alle esigenze attuali delle imprese. Molta la manodopera generica e non specializzata espulsa dal sistema. E molti anche i giovani laureati in materie umanistiche e poco tecniche, quindi non rispondenti alle necessità dei reparti produttivi del manifatturiero. Ma il gap evidentemente sconta anche una lunga assenza di politiche della formazione e della riqualificazione inesistenti.
ACCOGLIENZA RIDOTTA
E in quest'estate in cui alcune multinazionali hanno deciso di abbandonare (vedi i casi Safop e Karcher) alcuni posti di lavoro si perdono anche nel comparto dei servizi. È il caso delle cooperative che si occupano di accoglienza e di integrazione - operano con i bandi della prefettura legati alle politiche sull'immigrazione - che hanno dovuto mandare a casa alcune persone per la riduzione dei fondi e del numero di accoglienze. Basti pensare che nel giro di poco più di unno il numero dei richiedenti asilo in attesa di status è sceso da 775 a 433. La Coop Nuovi Vicini, capofila di un progetto in cui ci sono anche Acli, Fai e Itaca, ha dovuto rivedere l'appalto e tagliare alcuni servizi come l'insegnamento dell'italiano e l'accompagnamento psicologico e l'integrazione sul territorio. Solo Nuovi Vicini ha dovuto licenziare sei addetti. Alcuni anche le altre coop. Un duro colpo per alcune figure che ora dovranno ricollocarsi in altri ambiti. «E dire che - sottolinea la presidente della Coop Nuovi Vicini, Ivana Latrofa - dobbiamo continuare a garantire un certo numero di alloggi con i costi relativi anche se non occupati, mentre gli arrivi di immigrati in regione continuano».
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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