Quota 100, duemila sul trampolino

Giovedì 17 Gennaio 2019
Quota 100, duemila sul trampolino
PENSIONI
PORDENONE In pensione con Quota 100, c'è ancora molta incertezza e confusione nelle fabbriche e negli uffici tra i potenziali pensionandi sulle scelte da compiere. Gli sportelli e gli uffici dei patronati e dei sindacati in provincia non sono ancora stati presi d'assalto. Anche se molte sono le persone che chiedono informazioni e telefonano nelle sedi del sindacato e dei patronati per capirne di più. Numeri precisi nessuno è in grado ancora di darne, ma ci sono delle stime. Nel Friuli occidentale potrebbero esserci oltre duemila i lavoratori (la stima è di quasi dodicimila nell'intera regione Friuli Venezia Giulia su base triennale) che potrebbero rientrare nella platea complessiva dei potenziali aventi diritto.
LE STIME
Tra i circa duemila potenziali lavoratori pronti a prendere il trampolino pensionistico di Quota 100, due terzi sarebbero maschi mentre un terzo sarebbe rappresentato da donne. Inoltre, la maggioranza fa riferimento al settore privato, anche se non mancano le stime per settore pubblico. Nella scuola, per esempio, in provincia secondo alcuni calcoli del sindacato alla stima dei circa cento docenti che - entro il 2019 andranno certamente in pensione con i requisiti tradizionali potrebbero aggiungersene altri cento che rientrerebbero nei requisiti della nuova norma. Per l'anno appena iniziato - anche se le finestre devono ancora essere determinate con il prossimo decreto - il requisito base è quello di aver compiuto il sessantaduesimo anno di età anagrafica e avere versamenti contributivi pari a 38 anni. È chiaro però che molto dipenderà da quali saranno, alla fine, i paletti (che potranno fungere da disincentivi) previsti dai decreti. È sulla base di quelli che i potenziali aventi diritto decideranno se sarà più conveniente continuare a lavorare piuttosto che lasciare prima del tempo il proprio posto di lavoro.
POSSIBILI RINUNCE
Una certa quota di rinunce è comunque da mettere in conto: le scelte di accedere alla pensione anticipata dipenderanno infatti dalle penalizzazioni che ci saranno. Bisognerà perciò capire quanti lavoratori sceglieranno - pur avendo la possibilità di andare in pensione - di proseguire a lavorare anche se non necessariamente fino all'età di 67 anni, cioé quelli tutt'ora previsti per la pensione di vecchiaia, oppure i 43 anni e 3 mesi di anzianità necessari per la pensione. Insomma, ci vorrà ancora qualche settimana per capire quale sarà la vera platea di futuri pensionati a quota cento.
ALLARME
Intanto, in attesa di capire quali saranno i flussi di uscita dalle fabbriche il sindacato esprime qualche preoccupazione rispetto alla possibilità che in qualche azienda (in particolare quelle più grandi e strutturate, circa 150-200 dipendenti) il provvedimento possa causare la fuga di dipendenti che costituiscono una risorsa cruciale per l'azienda in quanto a professionalità e competenze. Senza che ci sia il tempo per formare le nuove leve. Inoltre, altri dubbi sono legati alle norme sul cumulo dei redditi da pensione e da altre attività. A poco più di 60 anni alcuni neo-pensionati potrebbero decidere di continuare a collaborare con le aziende attraverso forme di collaborazione. «Una ipotesi - sottolineano dalla Cisl provinciale - che metterebbe a rischio la possibilità della cosiddetta staffetta generazionale. Se fosse così difficilmente i giovani riusciranno a subentrare nei posti lasciati liberi da chi va in pensione».
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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