Quarantenne in attesa di un letto, AsFo: «Seguiti i protocolli»

Domenica 17 Gennaio 2021
Quarantenne in attesa di un letto, AsFo: «Seguiti i protocolli»
IL CASO
PORDENONE Tiene banco il caso della donna di 40 anni che entrata in Pronto soccorso all'alba ha atteso sino al pomeriggio del giorno successivo per trovare un posto in reparto dopo la conferma della positività al Covid. È stata direttamente l'AsFo a intervenire. «La paziente - si legge - per il resto giovane e sana, non si è presentata in ospedale per un infarto miocardico (ossia l'ostruzione improvvisa di una arteria coronarica), bensì per i sintomi di esordio dell'infezione da Covid e non quindi un'infezione asintomatica. L'ecografia cardiaca confermava un cuore perfettamente funzionante. Inoltre, per fugare ogni dubbio su un'origine cardiaca dei sintomi, la paziente veniva sottoposta a valutazione delle arterie coronarie mediante esame angioTAC (come raccomandato dalle linee guida internazionali), che risultavano del tutto normali».
I CONTRASTI
Dal Pronto soccorso, però, arriva una lettura - sempre corroborata dai dati - di segno diverso. La Tac, infatti, è stata effettuata dopo il ricovero in reparto, mentre in fase di urgenza sia il medico di Pronto soccorso che il cardiologo interpellato in forma telematica avevano rilevato, oltre al dolore toracico, «una situazione di progressiva alterazione e un inizio di necrosi miocardica». Sia il medico che il cardiologo avevano classificato il caso come «da centralizzare», quindi come bisognoso di un trasferimento urgente a Pordenone. «I dati numerici - è ciò che emerge dalle prime analisi cliniche - suggerivano la lesione di cellule cardiache». Ipotesi esclusa dalla Tac solo in seguito, cioè dopo l'attesa della donna in Pronto soccorso. L'AsFo invece parla così: «Veniva così esclusa definitivamente qualsiasi possibilità, anche remota, di infarto, eventualità ritenuta fin dall'inizio del tutto improbabile. In definitiva, i sintomi lamentati della paziente costituiscono purtroppo una delle molteplici forme con cui si può presentare l'infezione Covid. L'ospedale di Pordenone garantisce a ogni ora del giorno e della notte il trattamento urgente dell'infarto miocardico in tutti pazienti in cui sia indicato, con o senza infezione da Covid, grazie alla collaborazione tra tutte le strutture dedicate alle urgenze cardiologiche sia di Pordenone che delle altre sedi ospedaliere (Pronti Soccorso, Medicina d'Urgenza, Terapia Intensiva, Cardiologia); in particolare per quanto riguarda l'emergenza-urgenza esiste una vera e propria rete provinciale che consente e garantisce la corretta gestione delle patologie così dette tempo-dipendenti -. Da molti mesi è operativo un protocollo dedicato ai pazientiCovid, che possono essere sottoposti anche a procedure invasive al cuore in tutta sicurezza per sé e per gli operatori. - Solo negli ultimi quattro mesi sono stati curati circa 70 pazienti con infarto miocardico e concomitante possibile infezione da Covid. - Si rinnova la raccomandazione ai cittadini di non sottovalutare mai i possibili sintomi di un infarto, in primo luogo il dolore toracico, e di contattare in tal caso, il 112 per ricevere aiuto e assistenza. La Direzione strategica di AsFo, nel confermare la propria totale fiducia nella professionalità del proprio personale medico, infermieristico e di assistenza, in generale, ribadisce anche in questa circostanza, la piena correttezza dei protocolli sanitari adottati in questa difficile situazione».
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