Profughi, il sindaco spacca l'opposizione

Domenica 19 Novembre 2017
Profughi, il sindaco spacca l'opposizione
LA POLITICA
PORDENONE Se il dormitorio non si farà, occorre comunque trovare un piano B per far fronte all'emergenza. Giudizi diversi sulla decisione assunta giovedì in Prefettura di non realizzare una struttura che dia ospitalità ai migranti che dormono sulla strada, ma da più parti arriva l'invito a cercare una soluzione. Lo chiede, innanzitutto, l'ex parlamentare Isidoro Gottardo, oggi consigliere comunale a Sacile, per il quale prefetto e sindaco di Pordenone non possono essere lasciati soli a risolvere il problema: «Capiamo bene perché l'appello del sindaco Alessandro Ciriani agli altri Comuni non ha trovato risposte concrete, ma esseri umani lasciati al freddo toccano la coscienza di ognuno. Non è corretto lasciare la città capoluogo di provincia da sola a fronteggiare oltre le proprie forze il fenomeno; il capoluogo è la città chiamata più di tutte a erogare servizi per l'intero territorio. Non collaborare con la Prefettura dopo che tanto abbiamo combattuto per conservarla quale presidio dello Stato, non può essere da noi». E raccoglie l'appello alla politica del collega pordenonese Marco Salvador (Pordenone 1291), definendola una richiesta opportuna: «Risolvere il problema di dare un tetto ai profughi non significa accettare il fenomeno migratorio e aprire le porte a nuovi arrivi: basta che l'essere solidali comporti anche chiarezza e fermezza nello stabilire dei limiti e volontà di far rispettare regole. Forse fra gli stessi profughi si diffonderà la consapevolezza di dover essere riconoscenti dando prova di correttezza». L'invito è dunque rivolto a tutti i sindaci, di entrambi gli schieramenti: «Dimostreremmo così che la Provincia di Pordenone esiste e che il prefetto Maria Rosaria Laganà, peraltro seria e capace, può contare su un territorio che sa affrontare con lo Stato responsabilmente le emergenze. Lo abbiamo dimostrato in contingenze drammatiche e ci sono associazioni che, se chiamate a collaborare, lo faranno, se la politica dimostrerà unità di intenti. Fossi sindaco non mi tirerei indietro».
Ma, se l'appello alla politica è condiviso, più critica è la posizione di Salvador nei confronti della decisione assunta in Prefettura: «Apprendo con amarezza la decisione di non aprire il dormitorio proposto in Comina dalla Croce rossa. È evidente allora che il problema non era la precedente proposta di collocazione, ma un rifiuto politico che è stato fatto proprio dal rappresentante sul territorio di un Governo che risponde direttamente al ministro degli Interni Marco Minniti. Questo rifiuto, se non seguito da una soluzione alternativa e immediata, è a mio avviso profondamente deludente». Salvador contesta la tesi che il dormitorio possa attrarre altri migranti: «Dopo il no al dormitorio di via Rotate, il numero dei profughi è comunque aumentato. Di fronte al furore ideologico e al poco senso pratico del sindaco Ciriani, la scelta bocciata rimaneva l'ultima speranza per poter dare un luogo degno dove dormire a molte decine di persone. Spero che ora l'amministrazione comunale non abbia anche il cattivo gusto di chiedere alle parrocchie, ai volontari e alla Croce rossa di risolvere il problema, dopo aver ostacolato di giorno in giorno l'apertura del dormitorio». Per Salvador, «il ministro degli Interni - che sostiene di aver fermato gli arrivi dovrebbe concretamente dare soluzioni per molti di quelli che già sono sul nostro suolo e che continuano ad arrivare. Non è accettabile che siano lasciati a dormire in un fosso ed è assurdo che quando Croce rossa e privati una soluzione la indichino, il suo rappresentante sul territorio incredibilmente vi si opponga». Apprezzamento per l'operato del ministro e del prefetto arriva invece da Nicola Conficoni (Pd): «Certo l'immigrazione deve essere sostenibile e bisogna evitare inopportune concentrazioni di richiedenti asilo. Per questo apprezziamo l'iniziativa del ministro Minniti e l'impegno del prefetto ad alleggerire in modo strutturale il numero dei profughi ospitati a Pordenone spingendo l'accoglienza diffusa. Questo obiettivo si deve però coniugare con le ragioni dell'umanità. Nessuno deve dormire per strada, tantomeno al freddo. Dopo avere frustrato la disponibilità di Croce rossa ad aprire il dormitorio, le istituzioni non devono voltarsi dall'altra parte ma promuovere una soluzione alternativa che tuteli salute e sicurezza».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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