PROCESSO
PORDENONE Tre anni e dieci mesi di reclusione per aver maltrattato ripetutamente

Mercoledì 26 Febbraio 2020
PROCESSO
PORDENONE Tre anni e dieci mesi di reclusione per aver maltrattato ripetutamente la moglie, costringendola anche a subire atti sessuali contro la sua volontà. È la pena che il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Andrea Battistuzzi, ha inflitto ad un trentasettenne di nazionalità albanese, riconosciuto responsabile dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e lesioni.
RITO ABBREVIATO
Il processo è stato celebrato con rito abbreviato, e dunque con la concessione dello sconto di un terzo della pena. La sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, Daniela Moroni, si era battuta per ottenere una condanna più severa, pari a quattro anni e quattro mesi di reclusione. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane. L'imputato, di cui non indichiamo le generalità per impedire che possa essere identificata la vittima della violenza sessuale, attualmente si trova agli arresti domiciliari in un'abitazione in provincia di Pordenone.
MALTRATTAMENTI DAL 2014
L'uomo era stato arrestato nel novembre del 2019, sulla base della denuncia presentata dalla stessa moglie che, finalmente, trovò la forza e il coraggio di ribellarsi ad una situazione di violenze e prevaricazioni che proseguiva dal 2014. Alcuni episodi, tra cui quello più grave di violenza sessuale, sono avvenuto quando la coppia risiedeva a Spinea, ma altri maltrattamenti si sono verificati in provincia di Treviso, dove i coniugi hanno risieduto per un periodo, nella zona di Oderzo.
L'ARRESTO
Quando il trentasettenne fu arrestato, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare, era uscito dal carcere da poco in relazione ad un altro reato. Stando alla denuncia, non appena tornato in libertà, l'uomo ricominciò a picchiare la moglie, a maltrattarla in continuazione, imponendole con la violenza di sottostare a rapporti sessuali non voluti. Circostanze che hanno trovato conferma nel corso delle indagini disposte dalla Procura. L'imputato ha trascorso circa cinque mesi in carcere e successivamente gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, anche in considerazione del fatto che l'ormai ex moglie si è trasferita a vivere in un'altra regione e, di conseguenza, non vi è rischio che l'uomo possa ulteriormente infastidirla. L'altro giorno la condanna a tre anni e dieci mesi a fronte dei quattro anni e quattro mesi chiesti dal Pm.
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