Pochi dipendenti italiani alla base Usaf, arriva l'ambasciatore

Sabato 16 Marzo 2019
LA VERTENZA
PORDENONE «Sempre meno dipendenti italiani all'interno della base Usaf di Aviano, a favore dei lavoratori americani che allo stesso tempo stanno aumentando». È stata questa la protesta formalizzata dal sottosegretario sacilese Vannia Gava al suo omologo agli Esteri, Guglielmo Picchi. E ora il caso interesserà anche l'ambasciata statunitense a Roma, e nello specifico Lewis M. Eisenberg, l'ambasciatore amico intimo di Donald Trump che prossimamente sarà a Pordenone per affrontare direttamente la problematica.
IL PROBLEMA
«Dopo aver ascoltato le lamentele dei sindacati, che nel corso del tempo sono state supportate dai numeri, abbiamo deciso di portare la questione all'attenzione dell'ambasciata - ha annunciato Gava -: da anni il numero di dipendenti italiani all'interno della base Usaf di Aviano è sensibilmente diminuito, e ciò a favore di lavoratori statunitensi che hanno preso il loro posto».
I NUMERI
Oggi i lavoratori italiani che operano all'interno della base di Aviano sono 718. Quindici anni fa sforavano il tetto delle 800 unità. La diminuzione c'è stata, e l'aspetto è stato sottolineato dai sindacati. Tempo fa era stato il consigliere regionale del Pd Rojc ad appellarsi direttamente al governo per tentare di invertire la rotta: «I ministri Trenta e Di Maio svolgano passi formali presso la direzione del personale delle basi Usa al fine di chiarire le modalità di assunzione del personale civile nelle basi militari statunitensi sul territorio nazionale», aveva detto. Ora il sottosegretario Gava ha fatto appello direttamente all'ambasciatore Lewis. L'incontro si è svolto in via Vittorio Veneto a Roma, dove si trova l'edificio che ospita la rappresentanza diplomatica a stelle e strisce. «L'ambasciatore - ha rivelato Gava a valle dell'incontro - ha garantito che nelle prossime settimane sarà in provincia di Pordenone per aprire ufficialmente un tavolo con la Prefettura e la Questura». L'obiettivo è quello di rimediare ai circa 140 posti di lavoro persi in base (si parla di contratti impiegatizi relativi alle attività non militari che vengono svolte al Pagliano e Gori) dai cittadini italiani.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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