Orecchio mozzato, l'inchiesta penale rinforza l'appello del pm di Federugby

Giovedì 21 Novembre 2019
Orecchio mozzato, l'inchiesta penale rinforza l'appello del pm di Federugby
PROCURA FEDERALE
PORDENONE Qualcosa si muove. La vicenda di Marco Chesani, il rugbista del Pedemontana Livenza Polcenigo che nel dicembre di un anno fa, durante una partita del campionato di C2 contro i Grifoni Oderzo si era ritrovato con un orecchio mozzato da un morso, sembrava destinata in sede di giustizia sportiva a un finale a tarallucci e vino. Il giudice della Federugby aveva assolto Riccardo Amedeus Fabris per insufficienza di prove, condannando per responsabilità oggettiva la sua società a una multa di 500 euro. Con buona pace, quindi, dello stesso Chesani, che aveva subito un infortunio così deturpante per il quale ha dovuto ricorrere a tre interventi di chirurgia plastica tra dicembre e marzo scorsi per ricostruire una parte del padiglione auricolare. Si apre adesso un secondo tempo. Il procuratore della Federazione italiana rugby, Salvatore Bernardi, che in primo grado aveva chiesto la radiazione a vita dell'indagato, è ricorso in appello e il nuovo processo si terrà in tempi brevissimi. «Oltretutto spiega il difensore di Chesani, l'avvocato Fabrizio Leone per la prevalente giurisprudenza sportiva un processo indiziario è sufficiente per arrivare a una sentenza di condanna, a differenza della giustizia ordinaria, dove è necessaria la prova piena».
Nel caso di specie, come capisce benissimo anche chi di rugby ha una conoscenza sommaria, essendo l'infortunio avvenuto in una specifica azione di gioco, la mischia chiusa, era inevitabile che i sospetti si concentrassero sul dirimpettaio di Chesani nell'azione stessa, ossia Fabris. Oltre al danno, il rugbista del Polcenigo era stato anche querelato per diffamazione aggravata dal Rugby Oderzo, attraverso il suo presidente, Andrea Barattin, per aver manifestato tutta la sua frustrazione in un post pubblicato su Facebook, mentre ancora si trovava al pronto soccorso con il lobo dell'orecchio mozzato conservato sotto ghiaccio in un contenitore. Riguardo alla querela di Chesani, però, come riferisce l'avvocato Leone, la Procura ha proposto a settembre l'archiviazione al Gip, mentre restano ancora pendenti le situazioni di altre persone (una quarantina) che si erano espresse sulla vicenda, sempre su Facebook, ed erano state a loro volta querelate dal Rugby Oderzo.
Sempre in sede penale, chiuse le indagini preliminari attivate d'ufficio dalla Procura in merito al fattaccio del morso, sono già partite le notifiche per l'udienza preliminare, nella quale Chesani si costituirà parte civile. «Inizialmente non volevo farlo spiega l'atleta ma visto come si sono comportati adesso andrò fino in fondo e sono sicuro che, almeno in sede penale la verità verrà fuori. La Giustizia Sportiva in primo grado ha applicato una pena molto morbida, se pensiamo che 500 euro è la multa che viene comminata ad una squadra che non si presenta a una partita. In ogni caso ha sancito la responsabilità del Rugby Oderzo, pur non riuscendo ad individuare il preciso autore del fatto. Neppure questo però è bastato a convincere il presidente opitergino Andrea Barattin a chiedermi scusa».
Piergiorgio Grizzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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