sMPIANTO STRATEGICO
PORDENONE Mai come in questo caso, si può parlare a ragion veduta di partita. Apertissima, ancora sullo 0-0, se non si vuole abbandonare lo slang sportivo. In realtà l'affare c'entra sì e non con lo sport, perché è la città a giocarsi la faccia. Si parla del nuovo stadio del Pordenone, ovviamente. Un argomento che è sull'agenda del sindaco Alessandro Ciriani esattamente come è presente su quella del presidente del club sportivo, Mauro Lovisa.
E proprio in queste ore, archiviata la questione relativa all'iscrizione della squadra in serie B, con tutto il bagaglio di documentazione e soldi necessario all'adempimento formale, si torna a parlare in città dell'esigenza di un nuovo stadio. Anche in questo caso dovranno intervenire i privati. E Lovisa sta parlando con alcuni imprenditori potenzialmente interessati all'affare. Il Comune potrà fare la sua parte, ma dovrà essere un'azienda (magari anche più di una) e sborsare poi i milioni di euro necessari a riportare a casa la squadra che dalla prossima stagione sportiva sarà esiliata a Udine, allo Stadio Friuli.
L'area scelta sembra ormai essere quella di Vallenoncello: ben collegata all'autostrada A28, con un'ampia disposizione di parcheggi e non inserita nel centro storico come quella del vecchio stadio Bottecchia. Il Comune chiede al Pordenone, e quindi a chi costruirà il nuovo stadio, che non si tratti solamente di un impianto per il calcio, ma soprattutto di una vera cittadella dello sport: si dovrà infatti dare sfogo anche alle tante attività sportive che ancora oggi, nel capoluogo, hanno bisogno di una casa per gli allenamenti e per le partite. Un impianto polivalente, quindi, in grado di ospitare anche concerti e altri eventi, organizzati sia da privati che da associazioni o dal Comune stesso. Archiviato il grande lavoro dovuto alla necessità di iscriversi al campionato di B, il Pordenone pensa davvero al nuovo stadio in città. E a costruirlo saranno i privati, a conferma di come quando i costi si fanno elevati, solo loro possano sostenerli.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Mai come in questo caso, si può parlare a ragion veduta di partita. Apertissima, ancora sullo 0-0, se non si vuole abbandonare lo slang sportivo. In realtà l'affare c'entra sì e non con lo sport, perché è la città a giocarsi la faccia. Si parla del nuovo stadio del Pordenone, ovviamente. Un argomento che è sull'agenda del sindaco Alessandro Ciriani esattamente come è presente su quella del presidente del club sportivo, Mauro Lovisa.
E proprio in queste ore, archiviata la questione relativa all'iscrizione della squadra in serie B, con tutto il bagaglio di documentazione e soldi necessario all'adempimento formale, si torna a parlare in città dell'esigenza di un nuovo stadio. Anche in questo caso dovranno intervenire i privati. E Lovisa sta parlando con alcuni imprenditori potenzialmente interessati all'affare. Il Comune potrà fare la sua parte, ma dovrà essere un'azienda (magari anche più di una) e sborsare poi i milioni di euro necessari a riportare a casa la squadra che dalla prossima stagione sportiva sarà esiliata a Udine, allo Stadio Friuli.
L'area scelta sembra ormai essere quella di Vallenoncello: ben collegata all'autostrada A28, con un'ampia disposizione di parcheggi e non inserita nel centro storico come quella del vecchio stadio Bottecchia. Il Comune chiede al Pordenone, e quindi a chi costruirà il nuovo stadio, che non si tratti solamente di un impianto per il calcio, ma soprattutto di una vera cittadella dello sport: si dovrà infatti dare sfogo anche alle tante attività sportive che ancora oggi, nel capoluogo, hanno bisogno di una casa per gli allenamenti e per le partite. Un impianto polivalente, quindi, in grado di ospitare anche concerti e altri eventi, organizzati sia da privati che da associazioni o dal Comune stesso. Archiviato il grande lavoro dovuto alla necessità di iscriversi al campionato di B, il Pordenone pensa davvero al nuovo stadio in città. E a costruirlo saranno i privati, a conferma di come quando i costi si fanno elevati, solo loro possano sostenerli.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA