Non trova lavoro perchè è troppo qualificato

Sabato 21 Ottobre 2017
INVALIDO
PORDENONE Una moglie e tre figli, 43 anni, una vita da precario e soprattutto una malattia che lo ha reso invalido al 60 per cento. Questo è il profilo di Giovanni. C., residente a Pordenone anche se solo da un anno. Lui è originario di Lucca, ma la moglie ha trovato un lavoro in città, dopo un periodo vissuto a Milano. «E così - spiega Giovanni - ci siamo trasferiti tutti qui». Ma non è tutto. Giovanni ha quattro lauree. E sapete perchè - a suo dire - non trova lavoro? Troppo qualificato. «Mi sono rivolto al patronato Acli di Lucca - spiega - e l'ho fatto, pur vivendo a Pordenone, perchè un amico mi ha presentato il presidente dell'associazione che ha preso a cuore la mia situazione». Già, perchè sono le assurdità di questo Paese dove, almeno un tempo, bastava essere chiamato dotto'per sbarcare il lunario. Invece, come detto - a Giovanni non sono bastate le sue quattro lauree (quasi a pieni voti, 108 in Lettere, 102 in Scienze Politiche, 108 in Giurisprudenza, 103 in Psicologia solo pochi mesi fa) per trovare lavoro, anzi lo hanno penalizzato. Sino ad oggi ha mantenuto la famiglia facendo l'insegnante precario di letteratura e diritto negli Istituti tecnici, non solo per ottenere un lavoro confacente alle attitudini culturali ottenute, ma almeno per sbarcare il lunario in maniera duratura. Eppure la beffa è arrivata nei giorni scorsi quando si è visto rifiutare l'iscrizione alle liste di collocamento perché non ne aveva diritto. «A dire dei funzionari del Centro per l'impiego racconta - sarei troppo qualificato per un lavoro manuale o impiegatizio e così mi sono ritrovato senza lavoro e senza possibilità di trovarne uno. Posso dire di più. Nei curricula che presento ho scritto che ho una laurea sola». «Il nostro ufficio legale - spiega invece il presidente dell'Acli di Lucca - sta vagliando la possibilità di agire legalmente perchè la situazione ci pare assurda». Intanto Giovanni, che sarebbe disponibile a qualsiasi impiego, ha lanciato un appello al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Vorrei incontrarlo perché lo stimo come uomo e come politico per il suo coraggio e la sua tenacia e, soprattutto, per il suo impegno sociale». Resta il fatto che Giovanni per ora è a casa e non riesce a trovare una occupazione. «Ho bisogno di lavorare - conclude - perchè devo mantenere una famiglia e quindi ho la necessità di avere un reddito. Sino ad ora, però, ho solo trovato porte chiuse. So che sono in molti che non hanno un lavoro, ma so anche che essere considerato troppo qualificato e restare a casa ha il sapore della beffa».
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