«Non posso crederci un destino tremendo»

Sabato 26 Maggio 2018
SAN VITO
Clamorose rivelazioni di Angelo Izzo su Rossella Corazzin, la giovane sanvitese scomparsa nel 1975 mentre era in ferie in Cadore: la banda di assassini l'avrebbe presa e portata in Umbria, sul Trasimeno, avrebbe abusato di lei per poi ucciderla. Una notizia che in poche ore ha fatto il giro di San Vito al Tagliamento: Rossella Corazzin, infatti, è scomparsa a 17 anni il 21 agosto 1975 dai boschi di Tai di Cadore mentre era in vacanza dagli zii. Secondo le rivelazioni di Angelo Izzo, uno degli autori del massacro del Circeo, sarebbe stata rapita e uccisa da una banda che l'avrebbe scelta, seguita, rapita e portata in Umbria, violentata e uccisa nella zona del lago Trasimeno. Ai magistrati Izzo avrebbe aggiunto che la ragazza era stata scelta perché vergine. Un mese dopo, nella notte tra il 29 e il 30 settembre, la banda di Izzo avrebbe poi attirato Donatella Colasanti e Maria Rosaria Lopez in una villa della località turistica laziale e le avrebbero torturate fino a uccidere la seconda. La procura di Perugia, a fronte delle dichiarazioni di Izzo aveva riaperto le indagini chiuse nel 2010 quando il Tribunale di Pordenone decretò ufficialmente la morte presunta di Rossella. Dopo alcune verifiche le dichiarazioni di Izzo non avrebbero ancora trovato riscontri. Restano però il mistero e il giallo e si sono riaperte le ferite dei familiari.
LA CUGINA
Le rivelazioni di Izzo, sentite per la prima volta, sono arrivate ieri diritte al cuore di Mara Corazzin, riaprendo una ferita mai guarita. Mara, assieme al fratello Enzo Enrico, sono tra gli ultimi parenti di Rossella residenti ancora a San Vito. Mio papà Oscar - racconta Mara, dipendente del Comune - era cugino dritto di Sergio, papà di Rossella. Ci legava il fatto che eravamo nate lo stesso giorno, a distanza di anni: lei il 13 marzo 1958, io lo stesso giorno e mese ma 6 anni dopo. Mara ricorda che Rosella, figlia unica, era legatissima al papà Sergio che per il dolore è morto dopo qualche anno: non parlò praticamente più da quell'agosto. Ricordo quando accadde il fatto: avevo 11 anni. Quando ci raggiunge la notizia a casa nostra a San Vito al Tagliamento la mia vita cambiò: ci furono giorni di panico e per anni venivo monitorata da vicino, seguita con apprensione dai miei perché temevano che mi potesse accadere qualcosa di simile anche a me. Poi ricorda che in occasione del suo compleanno mi chiamava Elisanna (la mamma di Rossella ndr.) e mi faceva gli auguri: mi chiamava Rossella. Il 13 marzo, in quella data, per lei ero suo figlia.
BIGLIETTI DI AUGURI
Mara Corazzin conserva ancora i biglietti di auguri che la cugina Rossella le aveva spedito. Ne ho due di questi biglietti d'auguri: li conservo con grande cura. Mara ricorda poi la cugina Rosella. Era una ragazza molto dolce, fisicamente assomigliava molto a sua mamma. Non era appariscente e non frequentava giri strani, anzi era riservata e timida. Studiava al liceo classico a Pordenone e aveva qualche amica qui a San Vito. Avevamo vite un po' differenti: lei andava a scuola al liceo, poi tornava a casa e studiava. Io dopo la scuola andavo a fare allenamento. Con suo papà aveva un rapporto speciale e per i suoi genitori lei, figlia unica, era tutta la loro vita.
LA MAMMA
Parlando di Elisanna, Mara svela: In realtà sulla carta d'identità c'era il nome di Angela, ma per qualche strana ragione tutti la chiamavamo Elisanna: come Sergio, stravedeva per la figlia. Quando è scomparsa, anche dopo decenni, con il marito scomparso di crepacuore, non ha mai dato per morta sua figlia. Per lei ha vissuto ogni minuto della sua vita. E quando il tribunale di Pordenone avviò la procedura per dichiarare la morte legale di Rossella, Elisanna si oppose con tutte le sue forze e incaricò un legale per fare ricorso. E solo nel 2010, dopo che era morta da più di un anno, venne emesso il decreto di morte legale.
Emanuele Minca
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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