NELLE FABBRICHE
PORDENONE Non bastavano le difficoltà legate all'emergenza coronavirus sui mercati internazionali. Di mezzo ci si è messa anche la satira choc francese (il video satirico sulla pizza Covid-19 trasmesso e poi ritirato) che ha rischiato di avvelenare le relazioni diplomatiche tra Italia e Francia.
SOLO SARCASMO
«Bene hanno fatto il governo e l'opposizione a insorgere a giudicare indecente l'iniziativa che è stata ritirata. Per fortuna - fanno sapere dal vertice della Roncadin di Meduno, leader europeo nella produzione di pizze surgelate - il mercato francese non rappresenta una quota cruciale nel nostro fatturato legato all'export. Ci sono altri mercati europei ben più importati. Per la verità abbiamo letto quello che è accaduto interpretandolo anche alla luce del sarcasmo e della satura francese. Un episodio spiacevole, certo. Ma finisce lì. In questi giorni è decisamente più pesante l'impatto che deriva dallo slittamento delle maggiori fieri e dei più importanti eventi sul cibo e sul made in Italy». Nell'azienda della pedemontana pordenonese non hanno dubbi. Lo slittamento di Cibus a Parma, l'evento fieristico internazionale che doveva tenersi a maggio slitta alla prima settimana di settembre. Un periodo che costringe le imprese a dover rivedere tutti i programmi annuali e i calendari relativi alla presentazione dei nuovi prodotti. E in questi giorni è saltata all'improvviso anche il più importate evento fieristico sul cibo biologico degli Stati Uniti che viene organizzato a Los Angeles. L'amministratore delegato dell'azienda, Dario Roncadin, era partito due giorni fa proprio per essere presente all'evento. La cancellazione improvvisa lo ha costretto a tornare. In azienda, intanto, già dalla scorsa settimana si sono prese tutte le precauzioni indicate nei protocolli delle autorità sanitarie al fine di tutelare gli addetti e le loro condizioni di lavoro. «Da noi per il tipo di prodotto che facciamo - spiegano ancora dalla società - molte delle precauzioni e degli accorgimenti ora consigliati (come le mascherine, le cuffiette, i guanti e la disinfezione prima di entrare nei reparti) vengono applicati normalmente. Certo abbiamo anche noi alzato l'asticella eliminando le riunioni aziendali con molte persone e limitando gli accessi agli esterni e dando nuove regola anche ai camionisti che non possono scendere dai mezzi». Insomma, nelle fabbriche la vita nel tempo del coronavirus è decisamente cambiata e viene scandita da una serie di regole che si stanno trasformando in una sorta di decaloghi e in buone pratiche.
PIÙ ATTENZIONE
E alla Electrolux di Porcia è debuttata anche l'assemblea con le mascherine e con i lavoratori seduti a oltre un metro di distanza l'uno dall'altro. L'incontro era stato organizzato per discutere e spiegare il provvedimento legato all'obbligo (ribadito anche ieri dalla multinazionale in tutte le sue fabbriche italiane) di indossare la mascherina in reparto e in ufficio. Intanto sono sempre di più le aziende che si organizzano per fare il test della febbre agli addetti: anche la Palazzetti ha adottato la misura di prevenzione. Intanto, in altre aziende - della meccanica e del legno-arredo - si comincia a temere per la scarsità di alcuni componenti (come i bulloni, la viteria e la ferramenta) che molto spesso arriva dalla Cina come molti altri componenti. Una questione di cui si sta occupando anche la task force istituti da Confindustria Alto Adriatico.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Non bastavano le difficoltà legate all'emergenza coronavirus sui mercati internazionali. Di mezzo ci si è messa anche la satira choc francese (il video satirico sulla pizza Covid-19 trasmesso e poi ritirato) che ha rischiato di avvelenare le relazioni diplomatiche tra Italia e Francia.
SOLO SARCASMO
«Bene hanno fatto il governo e l'opposizione a insorgere a giudicare indecente l'iniziativa che è stata ritirata. Per fortuna - fanno sapere dal vertice della Roncadin di Meduno, leader europeo nella produzione di pizze surgelate - il mercato francese non rappresenta una quota cruciale nel nostro fatturato legato all'export. Ci sono altri mercati europei ben più importati. Per la verità abbiamo letto quello che è accaduto interpretandolo anche alla luce del sarcasmo e della satura francese. Un episodio spiacevole, certo. Ma finisce lì. In questi giorni è decisamente più pesante l'impatto che deriva dallo slittamento delle maggiori fieri e dei più importanti eventi sul cibo e sul made in Italy». Nell'azienda della pedemontana pordenonese non hanno dubbi. Lo slittamento di Cibus a Parma, l'evento fieristico internazionale che doveva tenersi a maggio slitta alla prima settimana di settembre. Un periodo che costringe le imprese a dover rivedere tutti i programmi annuali e i calendari relativi alla presentazione dei nuovi prodotti. E in questi giorni è saltata all'improvviso anche il più importate evento fieristico sul cibo biologico degli Stati Uniti che viene organizzato a Los Angeles. L'amministratore delegato dell'azienda, Dario Roncadin, era partito due giorni fa proprio per essere presente all'evento. La cancellazione improvvisa lo ha costretto a tornare. In azienda, intanto, già dalla scorsa settimana si sono prese tutte le precauzioni indicate nei protocolli delle autorità sanitarie al fine di tutelare gli addetti e le loro condizioni di lavoro. «Da noi per il tipo di prodotto che facciamo - spiegano ancora dalla società - molte delle precauzioni e degli accorgimenti ora consigliati (come le mascherine, le cuffiette, i guanti e la disinfezione prima di entrare nei reparti) vengono applicati normalmente. Certo abbiamo anche noi alzato l'asticella eliminando le riunioni aziendali con molte persone e limitando gli accessi agli esterni e dando nuove regola anche ai camionisti che non possono scendere dai mezzi». Insomma, nelle fabbriche la vita nel tempo del coronavirus è decisamente cambiata e viene scandita da una serie di regole che si stanno trasformando in una sorta di decaloghi e in buone pratiche.
PIÙ ATTENZIONE
E alla Electrolux di Porcia è debuttata anche l'assemblea con le mascherine e con i lavoratori seduti a oltre un metro di distanza l'uno dall'altro. L'incontro era stato organizzato per discutere e spiegare il provvedimento legato all'obbligo (ribadito anche ieri dalla multinazionale in tutte le sue fabbriche italiane) di indossare la mascherina in reparto e in ufficio. Intanto sono sempre di più le aziende che si organizzano per fare il test della febbre agli addetti: anche la Palazzetti ha adottato la misura di prevenzione. Intanto, in altre aziende - della meccanica e del legno-arredo - si comincia a temere per la scarsità di alcuni componenti (come i bulloni, la viteria e la ferramenta) che molto spesso arriva dalla Cina come molti altri componenti. Una questione di cui si sta occupando anche la task force istituti da Confindustria Alto Adriatico.
D.L.
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