«Mio figlio aveva febbre e tosse, ma non c'erano pediatri»

Giovedì 22 Ottobre 2020
«Mio figlio aveva febbre e tosse, ma non c'erano pediatri»
IL CASO
PORDENONE I pediatri sono impegnati in un corso di aggiornamento professionale, nessuno è disponibile a visitare un bimbo di neanche due anni che presenta alcuni dei sintomi del Covid-19: febbre alta, tosse e raffreddore. Così una mamma, dopo aver cercato disperatamente ieri mattina un medico che potesse darle un consiglio su cosa fare e soprattutto dove andare, si è vista costretta a rivolgersi al servizio di continuità assistenziale. La guardia medica non ha potuto fare molto. Al telefono le ha detto: «Valuti le condizioni di suo figlio, se pensa che le sue condizioni di salute siano serie lo porti all'ospedale». La donna è arrabbiata: «Non sono un medico per stabilire se mio figlio necessita di essere portato al pronto soccorso pediatrico. E' già la seconda volta, in appena due settimane, che si ripete la stessa storia. L'altra volta sottolinea la pediatra c'era ma non ha voluto visitare il piccolo: si è limitata a fare una diagnosi al telefono, per poi prescrivere l'antibiotico. Sono stata costretta, pertanto, a rivolgermi ad uno specialista privato che, a pagamento, ha controllato lo stato di salute di mio figlio: aveva una semplice stomatite».
Ieri le cose non sono andate meglio. «Per un corso di aggiornamento, nessun pediatra era al lavoro. Il piccolo, che ha 21 mesi, aveva 38.4 di febbre con tosse e raffreddore. Sintomi che, di questi tempi, fanno pensare a un'infezione da Covid. Ho chiamato tutti i numeri che potevo contattare tiene a precisare la giovane madre ma niente da fare. Così mi è stato consigliato di rivolgermi alla guardia medica, che si è limitata a dirmi di aspettare un giorno per vedere se almeno la febbre scendeva. Ma se lo ritenevo opportuno, mi sarei potuta rivolgere alla pediatria del Santa Maria degli Angeli. Di fatto la valutazione e un'eventuale decisione ricadeva su di me. Possibile che non ci fosse un pediatra in sostituzione dei colleghi che stavano frequentando il corso? Possibile che, in caso di sintomi Covid, nessuno voglia più visitare i bambini? A meno che non si vada da pagamento». Alla fine la donna ha scelto di prendere tempo. Ieri pomeriggio, con della tachipirina, la febbre era scesa: non è stato pertanto necessario rivolgersi al pronto soccorso.
Guido Lucchini, presidente dell'Ordine dei medici del Friuli Occidentale, è chiaro: «Se i medici sono impegnati in un corso, entra automaticamente in funzione il servizio di continuità assistenziale che, anche al telefono, può impartire dei consigli. La scelta di mandare un bimbo al pronto soccorso è dettata, eventualmente, da motivazioni fondate». (Al.Co.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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