Metalmeccanici al voto sul contratto I colletti bianchi disertano le urne

Giovedì 17 Ottobre 2019
Metalmeccanici al voto sul contratto I colletti bianchi disertano le urne
IL NUOVO CONTRATTO
PORDENONE Sono quasi dodicimila i lavoratori del settore metalmeccanico che - dall'inizio del prossimo anno - saranno interessati al rinnovo contrattuale nazionale di categoria. Nella giornata di martedì si sono concluse le assemblee e il voto referendario sull'ipotesi di contratto: un centinaio le aziende che sono state interessate per un numero di 11.648 addetti. Il nuovo accordo - oltre a un miglioramento salariale prevede nuove norme sull'inquadramento e sulla formazione - è stato approvato a larghissima maggioranza da parte dei metalmeccanici della Provincia di Pordenone, dove il settore storicamente la fa da padrone nell'ambito del manifatturiero. Sono complessivamente oltre ventimila gli addetti del comparto, ma gli interessati al nuovo contratto dell'industria - fa riferimento a Federmeccanica - sono poco meno di dodicimila.
L'INTESA
L'accordo (manca ancora la chiusura del negoziato e la ratifica con la controparte) sarà operativo dall'inizio del 2020 e rimarrà in vigore fino per un triennio fino alla fine del 2022. Prevede un aumento in busta paga dell'8 per cento. Nel triennio l'aumento in termini monetari sarà di oltre 145 euro lordi nel triennio. Inoltre è prevista un incremento una tantum di 700 euro all'anno per i lavoratori che non godono della contrattazione di secondo livello con i relativi premi di risultato. «Una novità - sostengono i segretari provinciali Gianni Piccinin (Fim), Maurizio Marcon (Fiom) e Roberto Zaami (Uilm) - che tutela anche quei lavoratori delle piccole o piccolissime imprese in cui è assente una contrattazione aziendale». Gli altri pilastri del nuovo contratto riguardano l'orario e l'inquadramento e particolare attenzione è stata posta alla formazione (nelle fabbriche automatizzate 4.0) che viene promossa a incentivata. Quasi cento le aziende del Friuli occidentale in cui si sono tenute le assemblee per illustrare i contenuti dell'intesa e dove i lavoratori si sono espressi attraverso il voto referendario.
I NUMERI
Sui quasi 12 mila addetti hanno votato in circa 5.500: 5052 sono stati i sì all'accordo, mentre 234 sono stati i no. 90 le schede bianche e 30 le nulle. Un via libera, dunque, a larghissima maggioranza. C'è però da registrare il fatto che circa il 90 per cento dei votanti è costituto da operai, gli impiegati (ma questa nella categoria è ormai una tradizione consolidata) partecipa molto di meno sia alle mobilitazioni che alle assemblee e quindi anche al voto referendario nelle fabbriche. Un caso emblematico è rappresentato dalla fabbrica simbolo del territorio: la Electrolux di Porcia. Dove gli addetti sono 1423 (848 operai e 586 impiegati, questi ultimi si occupano anche delle altre fabbriche non solo di Porcia): i presenti il giorno del voto erano 1345, i votanti sono stati 416, meno di un terzo. Tra questi 408 gli operai, mentre solo otto colletti bianchi hanno compilato la scheda elettorale relativa al referendum sul nuovo contratto.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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