Medici in sciopero: disagi, ritardi e operazioni slittate

Mercoledì 13 Dicembre 2017
IN AGITAZIONE
PORDENONE Un'adesione a macchia di leopardo, con picchi alla Radiologia dell'ospedale di Spilimbergo e tra gli anestesisti dei nosocomi di Pordenone, Spilimbergo, San Vito e Maniago.
Lo sciopero unitario nazionale dei medici ospedalieri, indetto per l'intera giornata di ieri, ha fatto ritardare l'avvio di quasi tutti gli interventi nelle sale operatorie, ne ha fatto saltare più di qualcuno tra quelli programmati, ma sono state garantite tutte le emergenze. Non si sono infatti registrate lamentele, perché le prestazioni con carattere di urgenza sono state coperte, il pronto soccorso ha lavorato regolarmente e gli interventi oncologici sono stati inseriti tra le urgenze, ma per chi ha saltato l'intervento programmato o la visita l'attesa potrebbe essere lunga: se ne potrebbe parlare a gennaio.
Non si sa se per uno spiccato senso del dovere o per una strisciante rassegnazione diffusa, i camici bianchi pordenonesi non hanno aderito in massa all'iniziativa di protesta. Eppure i motivi erano tanti e piuttosto consistenti, dal contratto scaduto da 8 anni, ai tagli, al precariato, alla riforma sanitaria. «L'adesione più significativa si è registrata tra gli anestesisti e nel reparto di radiologia di Spilimbergo commenta Giuseppe Sclippa, direttore sanitario dell'Aas 5 Friuli Occidentale ; di conseguenza, i tempi degli interventi sono stati dilazionati. In Direzione sanitaria non sono pervenute lamentele, perché era stata diffusa un'informazione mirata preventiva. Tutte le prestazioni urgenti sono state garantite».
Era tanti anni che, in modo unitario, i medici non incrociavano le braccia. Ma la protesta non si è esaurita ieri, annuncia Pierluigi Benvenuto (Fp Cgil): «I tagli al sistema sanitario non colpiscono solo gli operatori socio-sanitari e gli infermieri, ma anche i professionisti che percepiscono redditi più alti come i medici. La battaglia per difendere il servizio sanitario universale e la dignità di questo comparto deve necessariamente continuare, perché l'obiettivo è purtroppo ancora lontano». Politico anche il commento di Guido Lucchini, presidente dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia che rappresenta 1.900 tra chirurghi e odontoiatri: «La risposta dei medici allo sciopero ha cercato di determinare il minor disagio possibile all'utenza nonostante. Questo forte messaggio politico va ben oltre le rivendicazioni relative al contratto e agli aspetti economici, ma riguarda il processo di depotenziamento del servizio sanitario pubblico che si basa su evidenze palesi quali il sottofinanziamento del sistema che punta a una sanità a costi sempre più bassi e impoverisce sempre più il lavoro dei medici, le cui condizioni di lavoro stanno rapidamente peggiorando. Non mi stupisco per quanti cerchino lavoro all'estero. Qui i medici hanno sempre meno tempo da dedicare all'analisi della storia clinica e degli esami, perché oberati da incombenze burocratiche. Sono stressati e non sempre operano in sicurezza. Il budget ha la meglio sulla qualità. Questo è uno sciopero per tutelare la professionalità dei medici e i diritti dei cittadini che hanno diritto a cure di qualità».
Alessandra Betto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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