Medici a Sarone in ritardo i lavori dell'ambulatorio

Lunedì 24 Febbraio 2020
CANEVA
Il Comitato provinciale per la tutela della salute pubblica ritorna sul problema della chiusura dell'ambulatorio medico di Sarone. Lo fa con il suo coordinatore Egidio Santin, per denunciare una situazione che si trascina da più di tre anni è che poche settimane fa invece sembrava invece prossima alla fine.
«La situazione tampone per sopperire alla mancanza del medico di base a Sarone, che si protrae oramai da 3 anni - sottolinea Santin -, doveva essere risolta per la fine di febbraio. Siamo oramai agli sgoccioli del mese, ma purtroppo i lavori presso il locale individuato dall'amministrazione comunale di Caneva sono ancora in alto mare. Abbiamo visitato dall'esterno il luogo e abbiamo potuto renderci conto - sottolinea il coordinatore provinciale del Comitato - che ci vorrà ancora del tempo e non si ancora quanto. È una situazione che non ci soddisfa e che non soddisfa nemmeno i cittadini di Sarone con i quali ci siamo confrontati anche in questi giorni, ma in un momento come questo sarebbe stato veramente indispensabile avere un medico di base attivo nella frazione con un suo ambulatorio. Non resta che attendere a quanto pare e avere ancora molta pazienza».
I locali individuati sono quelli usati abitualmente dalla Cgil che li ha lasciati liberi, «ma che adesso - aggiunge Santin - sembra si stia interrogando se mai potrà riprendere la propria attività di consulenza. I medici che si dovrebbero alternare sarebbero due, ma vi è chi parla anche di un terzo medico proveniente da Polcenigo».
Secondo il Comitato, che da maggio dello scorso anno si è fatto carico di questo problema, questa situazione si sarebbe potuta evitare con una deroga ai limiti al numero dei medici di base in ogni singolo Comune della regione, soprattutto in quelli montani e pedemontani com'è Caneva e in questo caso la frazione di Sarone. «Continueremo a monitorare la situazione, considerato l'impegno che ci siamo assunti con diverse persone di Sarone - conclude Santin -, prime fra tutte quelle che sono venute con noi a Trieste in Consiglio regionale nel luglio scorso e che pur avendo avuto rassicurazioni d'interesse dal presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin, non hanno assistito ad alcun intervento da parte dell'organo esecutivo regionale della Regione».
Francesco Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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