Mazzette all'ecopiazzola «Era l'operaio più esperto»

Domenica 24 Febbraio 2019
MAZZETTE
PORDENONE «Da William non ce lo saremmo mai aspettati. Adesso, però, è giusto che paghi». Accettano di parlare i colleghi di William Travanut, il 57enne di Azzano Decimo arrestato mentre intascava una tangente di 20 euro, a patto che la loro identità resti anonima. Per loro, dipendenti della Coop Service Noncello alla quale Gea Spa ha dato in appalto la gestione dell'ecocentro di via Savio, è stato come un fulmine a ciel sereno. Un po' come un colpo al cuore, dal momento che Travanut, agli occhi di tutti, pareva un operaio modello. Quello di cui fidarsi, quello che, in alcuni casi, aveva insegnato il lavoro agli altri. Mansioni non difficili, quelle di guidare i cittadini all'interno dell'ecopiazzola indicando loro il box all'interno del quale scaricare rifiuti ingombranti o non più utilizzabili e in certi casi aiutarli, così come quelle di chiedere loro la tessera sanitaria per registrare il conferimento, ma che richiedono comunque impegno ed attenzione.
IL CUSTODE
Il custode, invece, prendeva soldi per accedere al centro di raccolta utenti ed imprese non autorizzati, senza individuare la natura del rifiuto e la quantità del rifiuto, senza registrare i dati sul gestionale informatico e, come se non bastasse, permettendo ad alcuni utenti di portar via rifiuti che erano stati già conferiti all'interno della piazzola ecologica di via Savio. William Travanut, essendo il più esperto, era anche quello che godeva di qualche privilegio in più. Come quello di non essere inserito nelle turnazioni delle discariche. «Veniva sostituito racconta un collega in rarissimi casi: quando andava in ferie o si prendeva qualche giorno di malattia. Per il resto mai, in cinque o sei anni, è stato spostato da questo centro. Quando non c'era, però, la sua assenza si faceva sentire. Ovviamente per quanto attiene professionalità e competenze».
NESSUN SOSPETTO
Mai un sospetto, però, nei suoi confronti. «Tant'è che per scoprire che si intascava le mazzette osserva un altro dipendente della Coop mentre indica ad un utente il cassone dove scaricare una televisione rotta ci sono voluto mesi di indagine. Ma soprattutto una telecamera che immortalasse i passaggi di denaro da una mano all'altra. Con noi si è sempre comportato bene e, anzi, mai avremmo potuto sospettare di lui. Ecco perché la notizia del suo arresto fa ancora più male. Tra l'altro è un danno d'immagine per la realtà per la quale lavoriamo e uno 'schiaffo'' per chi lavora onestamente e che non si è nemmeno mai sognato di incassare un euro in più fuori dalla busta paga. Se è giusto che paghi? Mi sembra continua che abbia ammesso le proprie responsabilità. Quello che è successo è molto grave e, proprio per questo, è giusto che paghi per quello che ha fatto». Con la confessione al procuratore Raffaele Tito, l'indagine è chiusa. Quello che resta aperto è lo sconcerto tra i dipendenti e tra quanti conoscono bene Travanut. «Una persona gentile e a modo il ritratto di un uomo che aspetta in coda, seduto in macchina, il proprio turno per scaricare del materiale elettrico e, per questo, sono rimasto sconcertato di fronte alla notizia del suo arresto. Penso a lui ma soprattutto alla sua famiglia che, come immagino, sarà stata all'oscuro di tutto». Ora il 57enne azzanese rischia il licenziamento. Lo ha ribadito Stefano Mantovani, presidente della Coop Service Noncello, sottolineando come «tutti i soci siano a conoscenza di quello che possono e che non possono fare. Se ha sbagliato, pagherà sino in fondo e perderà il posto di lavoro». Le accuse nei confronti di Travanut sono pesanti.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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