Maturità, il quizzone si gode l'ultimo anno poi va in pensione

Lunedì 25 Giugno 2018
Maturità, il quizzone si gode l'ultimo anno poi va in pensione
LA MATURITÀ
PORDENONE Terzo round dello scritto e gli studenti della maturità 2018 saranno gli ultimi che approcceranno con questa modalità di test, definito dalla stampa quizzone, mentre i docenti sono sempre stati contrari rispetto a questo appellativo che in alcuni casi rischia di banalizzare il test predisposto dalla commissione interna. Va in pensione la terza prova (il prossimo anno ci saranno solo due scritti), da molti ritenuta iniqua, visto che è a discrezione degli insegnanti in commissione e, dunque, differente da classe a classe e da istituto a istituto. Una prova che valuta la preparazione in più materie in teoria a sorpresa, ma che tanto sorpresa non è, dato che i ragazzi negli anni hanno compreso il meccanismo che regola il test e riescono ad intuire le materie oggetto di verifica, in base ai docenti di materia presenti in commissione; a questo si aggiunge il buonismo che induce i prof a suggerire gli argomenti. Le simulazioni durante l'anno, poi, vanno a chiudere il cerchio attorno a una prova che risultava essere abbastanza scontata. E ben pochi sentiranno la mancanza di questo esame, la prossima maturità.
Intanto i ragazzi dovrebbero aver smaltito la tensione degli ultimi due giorni e arrivare alle 8.30 di lunedì più sereni tra i banchi distribuiti in ordine lungo i corridoi delle scuole. La terza prova, nata per valutare le competenze dell'ultimo anno di scuola, ha carattere multidisciplinare: la commissione ha a disposizione diverse tipologie da scegliere in base allo specifico percorso di studi e rispetto alle informazioni contenute nel documento di classe, compilato dal Consiglio di classe entro il 15 maggio. I professori interni, dunque, e i commissari esterni decidono quali materie inserire, la modalità di svolgimento e la durata della prova, chi fa tutto giusto si aggiudica 15 punti, mentre la sufficienza corrisponde ad un punteggio pari a 10. Con una prova di questo tipo, è probabile che si metterà in moto il sistema dei suggerimenti per copiare o trasferire informazioni preziose alle soluzioni. Le commissioni, dunque, dovranno essere ancora più vigili, per far sì che il compito venga svolto in autonomia.
Il prossimo anno, secondo la dirigente del Leopardi-Majorana, Teresa Tassan Viol, sarà dato maggior peso all'alternanza scuola-lavoro che facilità naturalmente gli istituti tecnici e professionali, da decenni orami orientati in questa direzione. Ma anche i licei, se pur con una storia più recente, stanno dando importanza alle esperienze lavorative dei ragazzi che di certo incrementano il curriculum. «Anche quest'anno spiega la dirigente ho chiesto ai maturandi di compilare dettagliatamente il curriculum per dare conto delle esperienze extrascolastiche che arricchiscono la loro formazione». La dirigente Alessandra Rosset del Mattiussi ritiene «vetusta la modalità della terza prova», seppur con l'eccezione della tipologia B che lascia spazio alle opinioni dei candidati e alla possibilità di esprimersi con un linguaggio tecnico-scientifico adeguato.
Seguiranno i tanti attesi orali, in cui i maturandi verranno a conoscenza anche di come sono andate le prove scritte e cercheranno di trovare le soluzioni che qualche giorno prima avevano errato. Un momento di verifica delle proprie capacità, utile a dimostrare la competenza e la maturità raggiunta rispondendo ai quesiti della commissione. Tra i tanti orali, vanno sottolineate le tesine sperimentali maggiormente presenti negli istituti tecnici, ad esempio nella classe Enel del Kennedy, in cui tutti indistintamente hanno già un contratto di lavoro in mano. Dopo gli orali, si apre la strada che porterà a costruire una vita di studio o lavorativa che segnerà l'esistenza di ciascuno. Ormai i ragazzi, almeno sulla carta, sono entrati nella stagione della maturità.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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