Malati Covid, già esauriti i posti al reparto di Sacile

Mercoledì 30 Settembre 2020
LA GESTIONE
PORDENONE Gli ospedali del territorio con il piano anti-emergenza Covid presentato sabato scorso da Azienda sanitaria e Regione si stanno attrezzando per rispondere all'eventuale seconda ondata. Che - secondo alcuni esperti - potrebbe essere comunque meno cruenta di quella cui si è assistito la scorsa primavera. Nel frattempo il nuovo reparto Covid allestito solo nelle scorse settimane nell'ospedale di Sacile (dove non sono ancora rientrate le polemiche sulla chiusura della Rsa dell'ambito territoriale sacilese decisa proprio per lasciare spazio al reparto d'emergenza) è già pieno e non più in grado di accogliere quei pazienti, per lo più anziani, che hanno la necessità di essere trasferiti da case di riposo o ospedali. Tutti i diciotto posti del reparto sacilese sono attualmente occupati. È chiaro che il reparto deve rispondere a situazioni di emergenza e quindi funzionerà sulla base di una rotazione piuttosto frequente dei pazienti che sono stati riscontrati positivi al tampone o che si sono ammalati. Una saturazione dei posti che è stata causata dal trasferimento degli anziani positivi al coronavirus di Casa Serena a Torre. Quattordici dei diciotto posti letto occupati nella struttura dell'ospedale in riva al Livenza sono infatti occupati dagli anziani trasferiti da Torre di Pordenone.
NUOVI TEST
Intanto a Casa Serena ieri sono proseguiti i test attraverso i tamponi agli ospiti di due nuclei e al personale. Le prove diagnostiche sono state fatte sugli ospiti di due nuclei (dove la settimana scorsa si erano riscontrate delle positività) e sui relativi operatori: sulle 70 persone sottoposte al tampone nessun caso di positività. Segno che, almeno al momento, il focolaio è stato riportato sotto controllo. In due giorni sono stati eseguiti 134 tamponi, solo due i casi di positività emersi lunedì e subito isolati. Tra ospiti e operatori i casi di persone infette allo stato sono fermi a 23. Nella struttura di via Revedole è stato comunque riaperto il reparto-Covid interno dove sono stati spostati due ospiti che erano risultati positivi già nella giornata di lunedì. I test, nella strategia del monitoraggio continuo, riprenderanno venerdì. E mentre si cerca di far fronte all'emergenza nell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone da domani sarà nuovamente operativa - dopo il trasferimento delle attività avvenuto lo scorso 23 marzo in pieno lockdown - l'Oncologia medica del Cro di Aviano che riprenderà l'attività ambulatoriale. Da domani dunque le prime visite, i controlli e le rivalutazioni cliniche attinenti al Dipartimento di Oncologia del Cro riprenderanno nell'ospedale pordenonese. «Come noto - si spiega in una nota congiunta del Cro e Asfo - l'équipe dei professionisti oncologi del Cro opera sulle due sedi di Aviano e Pordenone. In seguito all'emergenza della scorsa primavera le attività erano state accentrate nella sede principale dell'istituto avianese per ridurre la circolazione degli operatori sanitari e accogliere i pazienti oncologici all'interno di un perimetro dedicato in grado di massimizzare la sicurezza. A Pordenone sono stati sempre comunque garantiti gli incontri multidisciplinari di patologia, inizialmente da remoto e poi in presenza, e le prestazioni di consulenza specialistica». Le sedute di chemioterapia continueranno, per il momento, nella sede del Cro.
SCUOLE
Alunno positivo alla scuola elementare Gabelli di Pordenone. Lo ha comunicato lo stesso preside che ha attivato immediatamente tutte le procedure previste. Il Dipartimento di Prevezione dell'Azienda Sanitaria del Friuli Occidentali ha effettuato le conseguenti attività di tracciamento dei contatti anche in ambito scolastico ed ha disposto le necessarie misure di quarantena preventiva, che sono già state comunicate a tutti gli interessati. Per tutti gli altri studenti del plesso, invece, le lezioni proseguono regolarmente in presenza. Intanto ieri l'assessore regionale Riccardi ha auspicato un via libera ai test rapidi nelle scuole. «Se riusciremo ad avere in tempi brevi una validazione da parte dell'Istituto superiore della sanità sul test rapido del Covid si faciliterebbero infatti le operazioni di tracing degli studenti contagiati, il loro isolamento e l'eventuale decisione su chiusure o riduzioni delle lezioni nelle scuole». Riccardi ieri era al Consorzio universitario di Pordenone per una lezione dal titolo L'impatto del Covid-19 sul sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia alla presenza del docente Stefano Miani e degli studenti del corso di laurea in Banca e finanza.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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