LO STUDIO
PORDENONE Uno studio e una dichiarazione, apparentemente di segno opposto

Martedì 31 Marzo 2020
LO STUDIO PORDENONE Uno studio e una dichiarazione, apparentemente di segno opposto
LO STUDIO
PORDENONE Uno studio e una dichiarazione, apparentemente di segno opposto ma in realtà diretti verso lo stesso obiettivo. Sì, perché in questo momento parlare di picco del contagio e nella medesima frase riferirsi all'azzeramento dei nuovi pazienti positivi è praticamente la stessa cosa: quando si raggiungerà il numero massimo di contagiati totali, infatti, sarà arrivato il tanto agognato picco. E in quel preciso istante inizierà a discesa, non essendoci - si spera - nuovi malati. Lo studio in questione è quello elaborato dall'Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), centro di ricerca universitario di Roma, e in particolare da Franco Peracchi, docente anche alla Georgetown University negli Stati Uniti nonché economista dell'università di Tor Vergata (Roma).
LA FIRMA
La firma sullo studio è quella di un esperto di econometria e dei modelli previsionali. Si tratta quindi di una simulazione, basata sui pazienti attualmente positivi, sul totale dei casi, sulla progressione del contagio e su quella delle guarigioni. Ecco il risultato pubblicato: il Friuli Venezia Giulia, quindi anche la provincia di Pordenone, potrebbero arrivare al cosiddetto contagio zero (il momento in cui nessuno, per diversi giorni, sarà in grado di contrarre il Coronavirus) attorno al 10 aprile. Quindi a ridosso di Pasqua. Per quanto riguarda tutta la Nazione, invece, il limite è spostato in avanti, alla prima decade di maggio. Pesa in questo caso il ritmo del contagio in regioni che hanno conosciuto il virus più tardi. La dichiarazione, invece, è quella resa ieri dal vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi: «Entro la metà del mese di aprile il Friuli Venezia Giulia dovrebbe raggiungere il picco di maggior tensione legato all'emergenza Coronavirus», ha detto. Significa che si toccheranno i picchi massimi di malati e di ricoveri. E per questo in settimana si arriverà quasi a 100 posti di Terapia intensiva. L'obiettivo è quello di reggere l'urto, per poi respirare e vedere finalmente scendere la curva dei malati. «A fronte di questa aspettativa è importante ribadire - ha proseguito Riccardi - che le rigorose misure di contenimento che il Fvg ha adottato tempestivamente, presentano un quadro regionale tra i migliori del Nord Italia con percentuali di contagio e di mortalità inferiori rispetto alle altre regioni».
LE STRUTTURE SANITARIE
L'hospice di San Vito al Tagliamento ieri ha ricevuto i primi tre pazienti ancora positivi al Coronavirus. Si tratta di persone dimesse dagli ospedali in cui erano ricoverati ma che devono ancora completare il percorso di guarigione. Critica la Cgil: «Mancano ancora molti percorsi differenziati nella struttura» ha sostenuto Pier Luigi Benvenuto. Buone notizie invece dalla casa di riposo di San Vito, dove i tamponi effettuati sono risultati negativi. Nei prossimi giorni sarà effettuato il secondo tampone di controllo. «Tutto il resto del personale che opera in struttura (che non ha eseguito il tampone), quasi 140 persone, sarà sottoposto al test del sangue Covid-19 per la rilevazione degli anticorpi al virus nel sangue umano - spiega in una nota la direzione -. Il test non sostituisce il tampone rino-faringeo o oro-faringeo e, pertanto, su chi dovesse avere un riscontro anticorpale positivo si verificherà la possibilità di effettuare il tampone di conferma. Questo esame per il personale della casa di riposo sarà totalmente gratuito grazie alla tempestiva disponibilità e generosità di Luca Polidori, direttore generale di Polismedica di San Vito, società che cura la sorveglianza sanitaria per la residenza. Il test permette di individuare potenziali soggetti positivi e, quindi, di intervenire per le verifiche del caso e per procedere all'eventuale sostituzione». In totale sono stati effettuati 89 tamponi.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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