LO SCENARIO
PORDENONE Chi vaccina di più, riapre prima. Lo ha detto il premier

Domenica 11 Aprile 2021
LO SCENARIO
PORDENONE Chi vaccina di più, riapre prima. Lo ha detto il premier Mario Draghi ed è questa l'unica concessione all'ala dei rigoristi che per ora domina anche il governo post era Conte. E allora la domanda più logica da mettere sul tavolo è: quando può sperare di riaprire il Friuli Venezia Giulia? La zona gialla (perché di questo ora come ora si parla) è vicina o lontana? Dipende appunto dai vaccini, e in particolare da un primo scoglio da superare: la protezione dei pazienti con più di 80 anni che porta all'abbattimento della mortalità. Poi viene l'immunizzazione degli ultra 70 e 60, che affollano gli ospedali. Si scopre così che non siamo messi male, ma nemmeno benissimo. C'è chi sta peggio e chi meglio.
TABELLA DI MARCIA
Si parte dai più anziani: chi li vaccina tutti può sperare di assistere a bollettini giornalieri meno tragici. «In Friuli Venezia Giulia - ha detto ieri a Sacile il vicepresidente Riccardi - ha ricevuto la prima dose del vaccino il 75-76 per cento degli aventi diritto». Manca ancora un 25 per cento che si cercherà di mettere in riga la settimana entrante. Tra loro anche i pazienti a domicilio. Per quanto riguarda il termine della campagna, quindi considerata prima e seconda dose, il Fvg ci potrebbe arrivare per fine aprile, sempre citando le parole del vicepresidente del Fvg. Entro gli ultimi giorni di aprile, quindi, si potrà contare su di una copertura quasi totale dei più anziani. Ma non prima. È verosimile, quindi, che la zona arancione possa durare per tre settimane, senza sconti ulteriori anche con numeri che invece la potrebbero concedere.
GLI OSPEDALI
Vaccinati gli over 80, la partita non sarà ancora finita. Secondo i due primari di Terapia intensiva (Pellis per Pordenone e De Monte per Udine) la media d'età dei pazienti ricoverati nelle Medicine Covid è di circa 71-72 anni, mentre nelle Rianimazioni si abbassa sino ad arrivare a circa 63 anni. «La mano più grande - ha spiegato senza mezzi termini il professor De Monte - ce la darà prima la bella stagione, e poi interverranno i vaccini». Il mese chiave per non assistere di nuovo a un accesso di massa negli ospedali, infatti, non sarà tanto aprile, quanto maggio. Allora si starà già procedendo all'immunizzazione di massa delle persone che hanno più di 60 anni e si potrà assistere al progressivo svuotamento dei reparti.
TARDA PRIMAVERA
Il mese di maggio, quindi, dovrà essere ancora denso di attenzioni. Non ci si potrà permettere un liberi tutti, perché sarà in corso la protezione grazie al vaccino delle fasce che maggiormente occupano i letti negli ospedali. Va ricordato che anche secondo gli ultimi report si tratta praticamente sempre di persone con altre patologie pregresse. Ma il problema è reale. Solo a giugno, se la campagna procederà come stabilito, si avvertirà una reale inversione di marcia e i malati da ricoverare diventeranno davvero pochi, facendo crollare quasi a zero il lato sanitario della pandemia, cioè l'unico che ora tiene la regione e mezzo mondo chiusi a chiave.
I NODI
Su questa tabella di marcia pesa innanzitutto un fattore. Chi oggi si sta prenotando per il vaccino e ha ad esempio tra i 60 e i 69 anni, può contare su un appuntamento almeno a fine maggio. Sono tempi ancora troppo lunghi. Ma una buona notizia arriva dall'adesione che riguarda la fascia d'età tra i 70 e i 79 anni: è aumentata sino a toccare il 64 per cento. Un numero che pochi giorni fa sembrava difficile da centrare.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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