LE AZIENDE
PORDENONE È il giorno decisivo per le aziende. Al tavolo della

Lunedì 6 Aprile 2020
LE AZIENDE
PORDENONE È il giorno decisivo per le aziende. Al tavolo della mediazione il confronto tra Regione, industriali e sindacati potrebbe assumere toni aspri. I metalmeccanici sono pronti a dichiarare sciopero se alcune realtà dovessero aprire senza tutelare la salute dei lavoratori. Il segretario provinciale Cgil, Flavio Vallan, è stato chiaro. Le segreterie udinesi di Fiom Cgil e Uilm e la segreteria regionale Fim Cisl sono pronte a proclamare lo stato di agitazione di tutto il settore metalmeccanico se il riavvio delle produzioni non sarà accompagnato e supportato da comitati medico-scientifici con i quali le parti sociali dovranno stabilire percorsi di rientro garantiti.
GLI INDUSTRALI
La linea di Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico, è già tracciata. «È impensabile che si possa vivere ancora di sussidi e senza entrate - afferma - Quindi è indispensabile che dopo Pasqua, pur con tutte le garanzie riservate alla salute dei dipendenti, le aziende ripartano in modo progressivo». Come impostare la ripartenza? Dalla Regione Agrusti si aspetta tre cose: aiuti in tempo reale; un protocollo per il rientro legato alla salite; un ulteriore protocollo che regolamenti i rientri in fabbrica scaglionati per età. Gli aiuti - spiega Agrusti - devono essere dati in tempo reale spazzando la via la burocrazia. «I contributi - dice il presidente di Confindustria - deve arrivare subito, servono per pagare fornitori e acquistare i materiali». In quanto ai protocolli legati alle modalità di rientro in fabbrica, Agrusti si auspica che siano legati alle condizioni di salute dei dipendenti. «Se c'è da fare un test rapido per individuare i contagi da coronavirus - osserva - la Regione deve mettere i test a disposizione. Lo stesso vale per le protezioni, come mascherine e gel, ma anche per la sanificazione degli stabilimenti. La Regione intervenga subito». Secondo Agrusti, un ulteriori protocollo deve riguardare i rientri in fabbrica scaglionati per età: prima i più giovani, in una seconda fase le fasce d'età che, se in caso di contagio, potrebbero essere più a rischio. «A noi - ripete Agrusti - sta a cuore la tutela del lavoratore. Bisogna ripartire in sintonia con Regione, sindacati e industriali, altrimenti le nostre aziende muoiono».
I SINDACATI
I sindacati chiedano ai Prefetti di Pordenone e Udine di porre la massima attenzione rispetto alle richieste di apertura, prima di autorizzarle, per sventare i tentativi da parte delle aziende di forzare le maglie del Dpcm, in particolare nei confronti delle realtà industriali più importantio. In Veneto diverse aziende, proprio della metalmeccanica, si stanno preparando ad aprire i battenti già oggi e la preoccupazione è che un tale scenario si replichi in Friuli Venezia Giulia. Una prospettiva che i sindacati giudicano pericolosa, che rischia di vanificare il sacrificio delle migliaia di cittadine e cittadini che rispettano le regole.
IN CONSIGLIO
Dopo la richiesta del segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli, che ha invitato la Regione a valutare un «un lento ma necessario avvicinamento alla normalità», ieri è intervenuto anche il consigliere Furio Honsell di Open Sinistra Fvg. «La Regione - si auspica - dovrebbe candidarsi, in virtù della sua autonomia, non a inasprire i provvedimenti iorestoacasa varati dal Governo, ma ad essere Regione pilota della ripresa. Abbiamo molti ricercatori in questa regione ad alto contenuto di conoscenza che propongono graduali riprese in sicurezza. Il presidente Fedriga farebbe bene a guidare tale ripresa sperimentando le soluzioni da loro proposte per riavviare le attività economiche, uscendo dalla logica del mero marketing politico e mettendosi con umiltà a disposizione del mondo scientifico ed economico agendo da facilitatore della ripresa, non da sasso sul percorso».
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