Lavoro, in regione persi 7 mila posti Ma Pordenone è colpita di meno

Sabato 12 Settembre 2020
L'OCCUPAZIONE
PORDENONE In Friuli Venezia Giulia nel secondo trimestre del 2020 il numero di occupati si è attestato a 506.800, 7mila unità in meno rispetto al trimestre precedente e quasi 12mila in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Una dinamica fortemente influenzata dall'emergenza sanitaria, che ha interessato in particolare il periodo compreso tra marzo e maggio. Nel confronto tra primo e secondo trimestre dell'anno - emerge da una ricerca Ires-Fvg su dati Istat - che il calo ha interessato solo la componente femminile (-7.800 unità), mentre quella maschile mostra una sostanziale stabilità (+900). In effetti il settore dei servizi, dove le lavoratrici donne costituiscono la maggioranza, è stato fortemente colpito e si possono ricordare le difficoltà del comparto turistico (alberghi, ristoranti ma anche commercio), dove ad esempio una parte consistente dei contratti di lavoro stagionali non sono stati attivati. Ed è per questo che il Friuli occidentale (dove in molti casi si è assunto) è meno colpito di altri territori: l'industria manifatturiera ha tenuto molto di più rispetto al comparto del turismo e del terziario che a Pordenone è molto meno presente. Inoltre, a frenare le perdite occupazionali le norme sul blocco dei licenziamenti dei contratti a tempo indeterminato. Inoltre nel pordenonese la percentuale di lavoratori stagionali è storicamente molto bassa.
I NUMERI
Il numero di persone in cerca di occupazione in Fvg nel secondo trimestre del 2020 supera di poco le 29 mila unità, in diminuzione sia su base tendenziale (nello stesso periodo dello scorso anno era pari a 32.300) sia rispetto al trimestre precedente (33.400 unità). Il tasso di disoccupazione regionale nel secondo trimestre è sceso al 5,5%, ma per la componente femminile si attesta al 7,6%. Il numero di inattivi in età lavorativa (220.500 tra 15 e 64 anni), ossia coloro che non sono occupati e nemmeno sono attivamente alla ricerca di un nuovo impiego, risulta al contrario in forte aumento rispetto al primo trimestre dell'anno, quando era pari a 211.600 (quasi 9.000 unità in più). Per comprendere tali dinamiche contrapposte bisogna considerare che le limitazioni legate al periodo di lockdown hanno per mesi reso molto difficile, se non quasi impossibile, la ricerca di un'occupazione.
MENO PARTITE IVA
Nel primo semestre del 2020 in regione sono state aperte quasi 4mila partite Iva, un dato inferiore del 22,6% rispetto AL 2019. A livello nazionale si è registrato un calo leggermente più accentuato (-23,9%). A livello territoriale il numero di nuove aperture di partite Iva mostra una flessione superiore al 20% nelle province di Udine (-24,8%) e Pordenone (-28%, il dato più alto) mentre in quelle di Trieste (-15,4%) e Gorizia (-13,4%) le variazioni sono molto più contenute. Le informazioni riguardanti le chiusure non vengono invece pubblicate - sottolinea Ires - perché non significative da un punto di vista economico, in quanto al momento della cessazione dell'attività spesso i contribuenti non adempiono all'obbligo di chiusura della partita Iva.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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