Lavinox, dopo la cassa il rischio baratro

Domenica 17 Novembre 2019
Lavinox, dopo la cassa il rischio baratro
FINE DELLA CASSA
PORDENONE Una vicenda industriale e occupazione che si trascina ormai da troppo tempo e senza mostrare ancora una possibile via di uscita. La vertenza legata alla Lavinox di Villotta di Chions pare ormai inesorabilmente avviarsi verso il baratro. Almeno questo è il fondato timore delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Pordenone e dei 110 dipendenti rimasti, fino a tre anni fa erano oltre trecento gli addetti in quella storica realtà industriale della componentistica metalmeccanica. I fondati timori che dopo la scadenza degli ammortizzatori sociali - a metà febbraio 2020 finisce l'anno di cassa integrazione straordinaria che era stato concesso dal governo - possa esserci il nulla, con i possibili licenziamenti collettivi nasce dal fatto che il maggior cliente dell'azienda (Electrolux Professional) abbia di fatto azzerato le commesse. Insomma, in fabbrica le fornitore da evadere sono armai al lumicino e i lavoratori arrivano in fabbrica al mattino con il rischio che non ci sia nulla da fare. Ma l'altra spia rossa che il futuro di Lavinox potrebbe essere in serio pericolo dopo la metà del mese di febbraio è dato dal fatto che la società controllata dalla famiglia Sassoli non si è nemmeno presentata a un vertice convocato dalla Regione Fvg, con le organizzazioni sindacali, voluto dall'assessore al Lavoro Alessia Rosolen, proprio per fare il punto in vista della scadenza della cassa.
VERTICE ANNULLATO
Il vertice Lavinox era stato convocato dall'assessorato regionale per la settimana appena finita. A data già comunicata anche a Fim, Fiom e Uilm la società ha però comunicato alla Regione l'impossibilità di partecipare al previsto tavolo. Altri impegni, la motivazione. Pare che, ma non vi è conferma ufficiale, il vertice societario fosse impegnato in un incontro proprio con il Professional. Ma la cosa - oltre a non essere piaciuta, né al sindacato, né alla Regione - non pare abbia convinto gli stessi lavoratori. «Ormai da troppo tempo - ha ricordato il sindacalista Fim-Cisl Denis Dalla Libera - la proprietà ci sta prendendo in giro. Ormai è un ritornello che siamo fin troppo abituati a sentire. Qui ormai siamo alla frutta, non c'è più un minuto da perdere. A metà febbraio finisce la casa e i lavoratori, per altro hanno messo il loro Tfr per consentire che l'azienda ripartisse, rischiano di trovarsi il baratro». Senza contare che la cassa integrazione di cui l'azienda sta usufruendo è stata erogata in seguito all'intervento della Regione e sulla base di un piano che prevedeva precisi impegni. «È scandaloso - aggiunge sconsolato il sindacalista - che la società non si presenti al tavolo convocato dalla Regione, quanto agli impegni presi in quel piano sono stati disattesi. L'impresa deve assumersi la responsabilità di dire una volta per tutte come stanno le cose. Almeno sappiamo quali strada prendere». Ora resta solo da capire se la Regione riuscirà a portare la società al tavolo. E a farsi dire quali siano le intenzioni.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci