Latitante dormiva in auto nel vigneto

Sabato 25 Maggio 2019
Latitante dormiva in auto nel vigneto
L'ARRESTO
PORDENONE Lorenzo Kari, 55 anni, latitate dall'agosto del 2017, alle spalle una scia di furti, rapine, lesioni, maltrattamenti e dodici condanne (dieci anni e dieci mesi di pena da scontare), è stato catturato tra i vigneti di Susegana nella notte tra giovedì e ieri dalla Polizia di Stato di Pordenone. Stava dormendo in auto con la compagna e il figlio. Una BmwX1 4X4 che era la sua casa, con la quale si spostava rapidamente da una parte all'altra del Friuli, con puntate anche in Veneto e persino in Slovenia. Ogni volta che sentiva il fiato sul collo dei poliziotti o dei carabinieri, saliva in macchina e si spostava rapidamente, da provetto guidatore qual è. Macinava chilometri su chilometri perché lo sapeva che la sua latitanza era quotidianamente a rischio, nonostante la rete di protezione, anche economica, della quale godeva. Che in questi lunghi mesi gli ha permesso di cambiare auto, di vivere e di non farsi catturare. Ma ieri notte a vincere è stata la giustizia nelle vesti degli agenti della Squadra Mobile di Pordenone, al comando del questore Marco Odorisio e del dirigente Francesco Mattioli, con il coordinamento del procuratore Raffaele Tito. Un successo importante che, a poche ore dall'operazione, è stato ufficializzato durante una conferenza stampa in Questura.
LA CATTURA
Catturare Kari era un punto d'onore per Procura e Polizia. Era scappato dagli arresti domiciliari, concessi per motivi di salute, due volte. L'ultima il primo agosto del 2017, quando si era allontanato dalla casa dei sinti che lo ospitavano nel padovano. L'11 febbraio scorso agenti della Mobile, su segnalazione, sono andati in una zona agricola di Santa Lucia di Budoia, dove era stata segnalata la presenza di Kari. I poliziotti hanno notato un'auto uguale a quella usata dal ricercato. Il latitante si è accorto della loro presenza e, salito rapidamente in auto con compagna e bambino, si è dato alla fuga a velocità folle tra le stradine bianche della campagna. Impossibile fermarlo, anche se la vettura era stata intercettata più volte nello stesso giorno, anche per non mettere a repentaglio la sicurezza altrui, compresa quella del bimbo che era a bordo. Non si poteva nemmeno escludere che Kari fosse armato. Le indagini sono proseguite e hanno permesso di accertare che il 55enne utilizzava fuoristrada di grossa cilindrata che guidava come un pilota di rally, in caso di precipitosa fuga. Per dormire sceglieva zone difficili da raggiungere, dove poteva nascondersi e al contempo controllare cosa accadeva fuori. Nella notte tra giovedì e ieri aveva scelto un vigneto a terrazzo di Col Fosco di Susegana. Si era sistemato nel punto più alto, da dove poteva tenere d'occhio la pianura sottostante, e si era addormentato. È stato svegliato dagli agenti della Mobile che non gli hanno nemmeno dato il tempo di pensare a una possibile fuga. Ed è stato portato in carcere.
IL PERSONAGGIO
Kari, il cinquantacinquenne di Forgaria al quale polizia e carabinieri hanno dato la caccia. Kari, ladro e rapinatore che invece di curasi al Cro andava a rubare in giro per il Friuli e il Veneto. E dal Cro era evaso durante un ricovero per terapie. Kari che ha fornito la sua versione dell'omicidio di Teresa e Trifone con una tesi che non ha avuto alcun riscontro. Kari che è stato incarcerato con un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alberto Rossi dopo che aveva gabbato più volte la giustizia: aveva ottenuto i domiciliari nell'insediamento nomadi di Majano, per gravi problemi di salute che, però, come sottolinea il gip nell'ordinanza, non gli impedivano di scorrazzare e di commettere decine di furti in giro per il Friuli. Kari che, quando veniva avvisato dai solerti familiari della presenza dei carabinieri per controllare il rispetto della misura dei domiciliari, interrompeva l'azione predatoria per precipitarsi al pronto soccorso dell'ospedale più vicino e, dopo la visita, ritornava al campo nomadi. Kari che ha tenuto in scacco per dieci mesi le forze dell'ordine ma alla fine ha dovuto arrendersi alla giustizia: lo aspettano, per ora, 10 anni e 10 mesi di carcere.
Susanna Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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