LA TRAGEDIA
POLCENIGO A Polcenigo lo chiamavano il Cepo. Anche le cartoline gliele

Mercoledì 25 Aprile 2018
LA TRAGEDIA
POLCENIGO A Polcenigo lo chiamavano il Cepo. Anche le cartoline gliele spedivano usando solo quell'affettuoso nomignolo che si portava dietro da sempre. Giuseppe Bravin, 64 anni, era amato da tutti. Ieri sera, quando la notizia della sua morte ha cominciato a circolare nei locali pubblici e tra gli amici, nessuno riusciva a darsi pace. Bravin, ex operaio che aspettava di andare in pensione, ha perso la vita a Dardago guidando la sua Honda Cbr gialla, acquistata dopo tanti anni grazie a una fortunata vincita. La moto era la sua passione. Da giovane ne aveva avuta una ed era rimasto motociclista nell'anima, per questo, quando ha avuto la possibilità di acquistarne una a rate, non vi ha rinunciato.
Ieri il dramma. Verso le 17.30 stava percorrendo la strada provinciale 29, quando all'altezza di Dardago, per cause che saranno chiarite dai carabinieri del Radiomobile di Sacile, ha perso il controllo in via Pedemontana Occidentale, all'altezza del civico 35. È probabile che abbia toccato il ciglio della strada scivolando, di conseguenza, di lato. Dopo aver urtato la base di un palo della luce, è finito contro la spalletta di un passo carraio. Le gravi lesioni riportate non gli hanno lasciato scampo. Inutili i soccorsi del personale sanitario, intervenuto a Dardago con un'ambulanza. Sono stati i vigili del fuoco di Maniago a mettere in sicurezza la moto prima che i carabinieri cominciassero i rilievi di legge.
A Polcenigo tutti sapevano chi era Giuseppe Bravin, il Cepo. Tutti gli volevano bene. Celibe, viveva da solo e, da quando il suo capo era andato in pensione, non aveva più trovato un'occupazione. Tra due anni sarebbe andato in pensione, come previsto dalla legge Fornero. La sua famiglia erano la sorella Elvira e i tre nipoti - Lara, Lorena e Nicola De Pup - che amava come fossero figli suoi. La sua era una vita semplice, che gli ha riservato anche momenti di difficoltà. Ma era un uomo positivo e ha sempre saputo reagire. A fine dicembre 2016 la svolta. Al bar Da Renè aveva centrato una vincita importante: un Gratta e vinci, della serie Settimana fortunata, che gli aveva assicurato 500 euro a settimana per 20 anni. «La vincita non lo aveva cambiato - racconta addolorata la nipote Lara - Continuava a fare la vita di prima e a girare con la sua vecchia Panda». Ma il Cepo era un ex motociclista, una passione che non lo aveva mai abbandonato. «Noi non volevamo che prendesse la moto - ricorda la nipote - Ma lui l'ha così desiderata che ha messo da parte i soldi e l'ha acquistata di seconda mano da un amico». La famiglia non si dà pace. Bravin erano uno zio molto affettuoso e generoso. Aveva avuto qualche problema di salute, ma aveva sempre mantenuto la sua allegria. Si era appena ristabilito, stava bene. A Polcenigo lo vedevano sfrecciare sulla sua moto gialla, felice, purtroppo a tradirlo ieri è stata proprio la sua passione.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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