LA SENTENZA
PORDENONE Mirko Mascherin, azzanese, aveva 41 anni e due figli di quattro e sei. Morì il 13 settembre 2016 in un incidente stradale sulla sr 251 ad Azzano. Percorreva la strada di casa, via Trieste, con la sua Ducati 748 rossa, quando in prossimità di un incrocio si trovò davanti la Daewoo Captiva condotta da Annamaria Rizzetto, 51 anni, anche lei di Azzano. Ieri il procedimento penale per omicidio stradale si è concluso nell'udienza preliminare del gup Giorgio Cozzarini (pm Carmelo Barbaro). L'automobilista, difesa dall'avvocato Marzia Miozzo, è stata condannata a 1 anno di reclusione. La famiglia della vittima, assistita da Giesse Risarcimento danni di Pordenone, aveva già ottenuto, nonostante fosse stato riconosciuto un concorso di colpa, un ristoro dei danni. Secondo il perito nominato dalla Procura, l'ingegner Luigi Battistella, l'auto avrebbe svoltato nonostante la presenza delle strisce continue. Il motociclista, trovandosi all'improvviso l'auto che svoltava, aveva tentato di frenare, ma aveva perso il controllo della moto, finì a terra andando a sbattere contro la ruota e la fiancata posteriore dell'auto. Il perito aveva riscontrato che Mascherin viaggiava a una velocità superiore al limite consentito in quel tratto. Il suo concorso di causa era comunque minore rispetto alla manovra eseguita dall'automobilista.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Mirko Mascherin, azzanese, aveva 41 anni e due figli di quattro e sei. Morì il 13 settembre 2016 in un incidente stradale sulla sr 251 ad Azzano. Percorreva la strada di casa, via Trieste, con la sua Ducati 748 rossa, quando in prossimità di un incrocio si trovò davanti la Daewoo Captiva condotta da Annamaria Rizzetto, 51 anni, anche lei di Azzano. Ieri il procedimento penale per omicidio stradale si è concluso nell'udienza preliminare del gup Giorgio Cozzarini (pm Carmelo Barbaro). L'automobilista, difesa dall'avvocato Marzia Miozzo, è stata condannata a 1 anno di reclusione. La famiglia della vittima, assistita da Giesse Risarcimento danni di Pordenone, aveva già ottenuto, nonostante fosse stato riconosciuto un concorso di colpa, un ristoro dei danni. Secondo il perito nominato dalla Procura, l'ingegner Luigi Battistella, l'auto avrebbe svoltato nonostante la presenza delle strisce continue. Il motociclista, trovandosi all'improvviso l'auto che svoltava, aveva tentato di frenare, ma aveva perso il controllo della moto, finì a terra andando a sbattere contro la ruota e la fiancata posteriore dell'auto. Il perito aveva riscontrato che Mascherin viaggiava a una velocità superiore al limite consentito in quel tratto. Il suo concorso di causa era comunque minore rispetto alla manovra eseguita dall'automobilista.
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