La scuola ci riprova ma domina la paura

Martedì 2 Febbraio 2021
LA RIPRESA
PORDENONE La scuola ci riprova. E prima ancora del contagio deve sconfiggere il pessimismo e la paura dei suoi utenti finali: gli studenti, che meglio di altri hanno il polso di quello che succede davvero, dietro ai protocolli e alle regole messe su carta per certificare di essere pronti a ripartire. Paura e pessimismo, ecco i due sentimenti che in forma plebiscitaria dominavano i commenti dei ragazzi rientrati in classe negli istituti superiori di Pordenone. Perché se la macchina dei trasporti (trenta autobus in più, chiusa via Interna in città, capienza al 50 per cento) ha dimostrato di aver migliorato il meccanismo, sugli assembramenti nei pressi delle scuole i dubbi rimangono. Ce ne sono stati anche ieri, e sono stati i ragazzi i primi a coglierli. E a mostrarsi preoccupati. Rispetto a settembre sono cambiate due cose: la presenza al 50 per cento negli istituti e quella identica sugli autobus. Il virus invece è lo stesso, come le regole per conviverci nelle aule.
I NODI
La prova è scattata ieri mattina all'alba, con le corse aggiuntive di Atap che hanno portato gli allievi a scuola in modo più ordinato. Qualche problema è stato riscontrato sulle linee da Maniago e Spilimbergo. «Autobus troppo pieni man mano che si avvicinavano al capoluogo», hanno raccontato gli studenti. Ma meglio, molto meglio che a settembre. Il piano in questo senso ha funzionato. «Il problema è rimasto lo stesso a scuola, invece», racconta una ragazza del Grigoletti di Pordenone. «La frequenza è del 50 per cento, ma in classe siamo tutti e non c'è il metro di distanza». «La sensazione è negativa - ribatte un ragazzo del Kennedy -: nell'istituto le regole sono ferree ma noi abbiamo paura di portare il virus a casa e di far ammalare nonni e genitori. Ci sono troppi assembramenti prima e dopo le lezioni». «Preferivamo continuare la didattica a distanza - prosegue un allievo dello Zanussi - e rientrare solo con i contagi davvero bassi. Così non siamo sicuri, temiamo di dover richiudere. Ci sono capannelli di ragazzi che fumano senza mascherina, quasi ovunque». Scene viste anche ieri e anche in istituti rigidi come il Kennedy: tutto perfettamente studiato dalla dirigenza, ma al momento della merenda via la mascherina e tutti vicini. È normale, tra ragazzi, ma è così che saltano i protocolli. Preoccupazione anche alla stazione degli autobus, sempre nel capoluogo. C'erano meno studenti rispetto a settembre, ma gli assembramenti sono stati inevitabili. E il personale della Protezione civile (aiutato dagli steward) ha potuto poco, limitandosi all'invito di utilizzare correttamente la mascherina. C'è ancora lavoro da fare.
LA GIORNATA
Dal Leomajor a Sacile, da San Vito alla Pedemontana, circa 5mila studenti sono tornati sui banchi. «Tutti con un comportamento scrupoloso e rispettosi delle direttive», ha detto l'assessore pordenonese Emanuele Loperfido. Atap intanto lancia una nuova applicazione per ridurre al minimo i disagi dovuti al possibile sovraffollamento di alcune linee. Salisco, questo il nome dell'app, consente infatti di segnalare la propria presenza in bus con largo anticipo e di conseguenza al gestore di conoscere il flusso di persone e trovare in tempi rapidi eventuali soluzioni. Al momento il servizio è abilitato esclusivamente per alcune linee: la 13 (Maniago-Aviano-Roveredo in Piano-Pordenone), la 14 (Meduno-Maniago-Pordenone), la 17 (Pescincanna-Fiume Veneto-Pordenone), la 18 (Spilimbergo-San Giorgio della Richinvelda-Zoppola-Pordenone) e la 51 (Maniago-Sequals-Spilimbergo-Udine). Già 450 gli account registrati in poche ore.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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