LA SCOSSA
PORDENONE Ha tremato anche buona parte della provincia di Udine e in

Giovedì 18 Gennaio 2018
LA SCOSSA PORDENONE Ha tremato anche buona parte della provincia di Udine e in
LA SCOSSA
PORDENONE Ha tremato anche buona parte della provincia di Udine e in particolare l'area confinaria e del Tarvisiano durante la scossa di terremoto con magnitudo pari a 3.8 della scala Richter che si è registrata ieri alle 11.22 in Slovenia in un'area molto vicina al confine con la nostra regione. Non solo. Anche se non ci sono state chiamate al Comando dei vigili del fuoco di Pordenone ci sono state persone che ai piani alti nel capoluogto della Destra Tagliamento avrebbero avvertito la scossa. Il sisma, il cui epicentro è stato localizzato in una zona a circa due chilometri a sudest di Bovec (Plezzo), ha avuto origine a soli cinque chilometri di profondità, cosa che ne ha amplificato l'effetto, destando molto allarme tra la popolazione.
DANNI
Fortunatamente non si segnalerebbero danni a cose e a persone. La scossa è stata sentita distintamente anche nella nostra regione dove è tornata la paura. Per qualche secondo hanno tremato le case soprattutto lungo tutta la zona di confine: a Tarvisio, Sella Nevea, Chiusaforte e Resia sono stati in moltissimi ad avvertire il terremoto, ma diverse segnalazioni sono giunte anche dalla valle dell'Isonzo, dal goriziano, dal tarcentino e dal cividalese. A oscillare sono stati anche alcuni lampadari a Udine e a Trieste mentre, seppur in maniera molto lieve, il terremoto è stato avvertito anche a Pordenone. Secondo gli esperti dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) del dipartimento Centro di ricerche sismologiche di Udine, quello di ieri si sarebbe trattato di un terremoto moderato che va a inserirsi in un'area sismicamente attiva: vent'anni fa, il giorno di Pasqua, quella stessa zona venne colpita da un forte terremoto di magnitudo 5.7 della scala Richter che causò molti danni, tra cui il crollo del campanile di Caporetto, e una vittima per infarto. Una replica avvenne sei anni dopo nel luglio del 2004: in quel caso la scossa fu di 5.1. Nell'antichità nella stessa area si verificò almeno un altro movimento tellurico disastroso. Tra il 26 e il 28 marzo 1511 la forza della natura si scatenò con quello che viene ricordato come il grande terremoto: uno dei tre, insieme a quello di Villach del 1348 e del Friuli del 1976, che determinano l'elevata pericolosità sismica delle Alpi orientali. In quel caso la magnitudo sfiorò il 7° grado della scala Richter e provocò ingentissimi danni in tutta la fascia nordorientale con interi paesi medievali rasi al suolo. Non vennero risparmiati neppure i castelli di Tolmino e Udine ridotti a un ammasso di macerie.
IL CONTATTO
Subito dopo la scossa di ieri il sindaco di Chiusaforte si è messo in contatto con le autorità slovene per avere informazioni riguardo a eventuali effetti della scossa a Bovec: «Ho sentito Valter Mleku (il primo cittadino ndr) per capire meglio la situazione - spiega Fuccaro - in virtù dei rapporti di buon vicinato. Il pensiero, infatti, è andato subito al terremoto del 2008 quando le cose andarono decisamente peggio, ma fortunatamente a una prima verifica non dovrebbero esserci danni. La natura, quando si manifesta, non ha confini e questi momenti devono servire per rafforzare i rapporti tra comunità vicine».
Tiziano Gualtieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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