LA REAZIONE
PORDENONE «Non siamo dei delinquenti». Parole pronunciate

Sabato 31 Luglio 2021
LA REAZIONE PORDENONE «Non siamo dei delinquenti». Parole pronunciate
LA REAZIONE
PORDENONE «Non siamo dei delinquenti». Parole pronunciate solo 24 ore fa da Sergio Baggio, gestore del Papi on the beach di Roveredo. Chiedeva di poter «parlare» con il questore, di voler «capire come fare». Poi, ieri mattina, si è trovato con i sigilli al cancello principale del locale. E il mondo è cambiato, crollato. «Siamo distrutti, letteralmente disperati», spiega con la voce affranta dopo aver appreso della decisione della Questura e della chiusura per 75 giorni del locale notturno.
LA DELUSIONE
«C'è qualcosa che non va - va avanti Sergio Baggio - e dovremo provare a capire cos'è. Siamo vittime di cattiverie». Già giovedì il gestore aveva fatto riferimento a una situazione che a suo dire non riguardava solamente il locale che amministra, ma gran parte della costellazione dei bar e delle altre sale da ballo, trasformate dopo i vari Dpcm in bar con seduta obbligatoria, ma sempre più spesso alle prese con attività di ballo che il gestore stesso aveva descritto come «impossibili da fermare». E proprio il ballo, testimoniato da un video finito nelle mani della Questura, messo assieme alle testimonianze dei giovani presenti alla festa, hanno reso il quadro a disposizione delle autorità sempre più chiaro. Fino alla decisione più dura, quella della chiusura del locale. «Ora non sappiamo dove sbattere la testa - dice ancora Sergio Baggio - e ci sentiamo davvero a terra».
LA CONTROMOSSA
Ma non è finita qui. Secondo le prime informazioni disponibili, infatti, i titolari del Papi on the beach di Roveredo in Piano hanno intenzione di opporsi rispetto al provvedimento della Questura. Una strada intrapresa in passato anche da altri gestori di locali chiusi per la violazione dell'articolo 100 del Tulps. Con fortune a dire il vero molto inferiori alle aspettative. «Non avremmo mai voluto spendere i soldi necessari a sostenere un ricorso - specifica il gestore del Papi on the beach - ma dovremo farlo soprattutto per un aspetto». L'azione legale, stando a quanto filtra a caldo, non sarebbe infatti rivolta contro il provvedimento che ha disposto la chiusura del locale notturno per 75 giorni, ma contro il futuro decreto di revoca che scaturirà dall'autorità comunale. «Vogliono massacrarci», si è sfogato ancora Baggio.
IL PUNTO CHIAVE
È stato il ballo proibito a far discutere. Ma Baggio ha insistito: «Noi non abbiamo mai aperto un locale da ballo. Eravamo pieni di cartelli che indicavano i divieti, compreso quello relativo alla danza». In precedenza il gestore del Papi on the beach aveva raccontato il cordone di sicurezza all'ingresso, garantito anche dalla rilevazione della temperatura. Quanto al gazebo sotto il quale i giovani si erano rifugiati per il maltempo, era stato definito come «area all'aperto». Giustificazioni e spiegazioni che non hanno fatto cambiare idea alla Questura. Il Papi doveva riaprire la prossima settimana con il green pass. Ora invece rischia di chiudere per sempre.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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