LA QUERELLE
PORDENONE L'obiettivo è comune, il percorso no. Sulla difesa

Venerdì 20 Luglio 2018
LA QUERELLE PORDENONE L'obiettivo è comune, il percorso no. Sulla difesa
LA QUERELLE
PORDENONE L'obiettivo è comune, il percorso no. Sulla difesa della Camera di commercio pordenonese il Consiglio comunale del capoluogo non trova l'unanimità: se il centrosinistra, dopo aver presentato un suo emendamento, converge su quello di Mara Piccin (Forza Italia), resta sulle sue posizioni il Movimento 5 Stelle, che non accoglie neanche l'invito di Piccin all'astensione. L'ordine del giorno è quello che tutti i Consigli comunali della Destra Tagliamento sono stati chiamati ad approvare e che ricalca quanto votato dai partecipanti all'incontro aperto organizzato all'ex convento di San Francesco: impegna dunque le amministrazioni a spingere affinché il presidente della Regione solleciti il Governo all'emanazione di un decreto legislativo che attribuisca alla Regione stessa la competenza legislativa in materia di organizzazione territoriale delle Camere di commercio e inviti il Ministero per lo Sviluppo economico a disporre la sospensione del procedimento di accorpamento delle Camere di commercio di Udine e Pordenone, e la prorogatio degli organi delle due Camere di commercio per un anno al massimo. Il Movimento 5 Stelle si dichiara a sostegno dell'obiettivo, ma presenta un emendamento che stralcia entrambi gli impegni dell'amministrazione per sostituirli con quello «a porre in essere ogni utile azione e iniziativa per fare in modo che il presidente della Regione avvii il processo di unificazione degli enti camerali del Friuli Venezia Giulia al fine di concludere tale processo con una Camera di commercio unica in Friuli Venezia Giulia». «Abbiamo presentato questo emendamento - spiega il capogruppo Samuele Stefanoni - perché quello contenuto nella delibera non è esattamente il metodo che noi vogliamo percorrere per raggiungere questo obiettivo. Non c'è più tempo da perdere». Un secondo emendamento viene presentato da Nicola Conficoni (Pd), in questo caso per sottolineare la temporaneità del mantenimento della Camera di commercio di Pordenone e per precisare l'obiettivo finale: «Non per mantenere lo status quo, ma in vista della strutturazione di una unica circoscrizione camerale regionale, con uffici decentrati nelle quattro città capoluogo». La terza proposta di emendamento arriva da Mara Piccin (Forza Italia), e aggiunge in calce al documento l'auspicio che si vada appunto verso la camera di commercio regionale. Sul testo di Piccin convergono anche i gruppi del centrosinistra, e l'emendamento viene fatto proprio anche dall'amministrazione: «La delicatezza della questione che stiamo affrontando impone un atteggiamento cauto, razionale e unitario - commenta il sindaco Alessandro Ciriani - Oggi l'obiettivo politico di questi documenti è consentire di avere gli strumenti per fare in modo che questo processo possa essere bloccato, per riaprire un'ampia discussione su come si vuole ridefinire l'assetto delle Camere di commercio, senza avere un'imposizione che impedisce qualsiasi tipo di ragionamento. So perfettamente che è una patata bollente per il ministro Di Maio. Questo documento andrebbe votato così, con la semplice aggiunta dell'auspicio che la riapertura di una discussione possa giungere alla Camera di commercio unica». Ma il M5S resta sulle sue posizioni: «Non abbiamo firmato la mozione in Consiglio regionale - spiega Stefanoni - perché non c'è alcun bisogno di prendere tempo. Abbiamo paura che questo prendere tempo serva a lasciare le cose come stanno e che questa sia l'intenzione della Giunta regionale. Pertanto bocciamo la delibera così come emendata e manteniamo il nostro emendamento».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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