LA POLEMICA
PORDENONE Quale futuro per il commercio a Pordenone? I dati nazionali

Martedì 26 Marzo 2019
LA POLEMICA
PORDENONE Quale futuro per il commercio a Pordenone? I dati nazionali valgono come guida per ogni interpretazione oppure in città ci sono segni di risveglio? E infine, è possibile immaginare un capoluogo in controtendenza e finalmente aperto alla rinascita dei negozi contro lo strapotere dei centri commerciali? Secondo l'amministrazione comunale la risposta è positiva, a tutti i quesiti. E l'analisi in prospettiva offerta dalla giunta, rappresentata in questo caso dall'assessore Emanuele Loperfido, si basa su dati che limitano l'orizzonte temporale alla finestra tra il 2016 e il 2018. Un periodo targato Ciriani, ed è quello che interessa a Loperfido per contestare l'analisi su cui si è basato il consigliere d'opposizione Salvador per attaccare la giunta.
PUNTO DI VISTA
Dal 2008 al 2018, quindi in dieci anni, anche a Pordenone le attività commerciali sono calate. Ma dal 2016 al 2018, nel dettaglio, nel centro storico si è passati da 447 a 450 attività commerciali in funzione. «Quindi, se l'aritmetica non si può discutere, siamo a più tre», fa notare senza giri di parole Loperfido. Poi ci si sposta nei quartieri, cioè fuori dal centro storico: in questo caso le attività commerciali erano 334 nel 2016 e 338 al 31 dicembre dell'anno terminato tre mesi fa. Anche in questo caso è stato registrato un aumento, seppur lieve, degli insediamenti.
LE STRATEGIE
Come detto, si parte dai numeri, per arrivare alle strategie e alle visioni. E il Comune elenca sette azioni svolte che a detta di Loperfido hanno già portato risultati. Si parte dal bando per le periferie urbane, che darà 3,4 milioni a beneficio delle attività commerciali. Una pioggia di denaro che interesserà anche e soprattutto il centro storico. Strettamente collegata, poi, la nuova normativa sui dehors, «con la quale - sottolinea Loperfido - renderemo più bella la città, attirano possibilmente nuove attività commerciali». Il Comune rivendica anche di aver già ridotto i metri cubi a disposizione dei grandi centri commerciali, ritenuti parzialmente responsabili del calo delle attività commerciali in centro. «Ma non solo - prosegue Loperfido -, abbiamo anche varato il regolamento dei pubblici esercizi». Da non sottovalutare il capitolo legato alla sicurezza, «un fattore che ha aiutato ad evitare tante chiusure da parte dei titolari delle attività commerciali».
TASSAZIONE
C'è poi il capitolo legato alla leva fiscale, utilizzata dal Comune nell'ultimo bilancio previsionale per favorire la riapertura delle serrande dei negozi sfitti. In breve, i proprietari di uno spazio ad uso commerciale sfitto si ritrovano a pagare una quota di imu notevolmente più alta rispetto al passato, mentre chi decide di concedere il locale in affitto e riesce a trovare un affittuario, si vede ridurre notevolmente la tariffa.
RISULTATO
«Possiamo annunciare - ha detto sempre l'assessore Loperfido - che la politica fiscale che consiste nella modulazione dell'imu, ha già iniziato a dare i suoi frutti. Un primo esempio lo si vedrà in via Roma, dove un proprietario ha dato in affitto il locale che un tempo ospitava un negozio di alimentari. Lo ha fatto proprio per evitare di pagare una tassa molto più alta rispetto a quella che pagava normalmente in passato. Il nostro obiettivo è che il sistema funzioni esattamente così, in modo da ripopolare di negozi il centro storico facendo leva sulla tassazione, e quindi rendendo più conveniente una cessione in affitto degli spazi più snella e rapida».
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci