La piromane: «C'ero anch'io ma non ho appiccato i fuochi»

Venerdì 23 Agosto 2019
La piromane: «C'ero anch'io ma non ho appiccato i fuochi»
L'INDAGINE
PORDENONE Prima notte senza fuochi. Dopo la denuncia dei tre piromani che tra l'8 e 21 agosto hanno appiccato il fuoco a 13 cassonetti per la carta e la plastica, nessuna emergenza è stata registrata in via Murri, Vesalio o Dogana. Proseguono, invece, le indagini dei carabinieri della Stazione e del Norm di Pordenone, che stanno ricostruendo minuziosamente episodio dopo episodio. Ieri in caserma è stata interrogata la 24enne pordenonese che è stata denunciata per l'ipotesi di danneggiamento seguito da incendio in concorso con due immigrati, un tunisino di 35 anni e un marocchino di 40. Accanto a lei c'era l'avvocato Silvio Albanese.
La giovane donna ha confermato al magistrato inquirente di essere stata presente al momento dei roghi, ma ha sottolineato di non aver avuto alcuna parte attiva. «C'ero anch'io - ha detto - ma non ho mai appiccato il fuoco». In passato, ancora minorenne, era stata protagonista di una situazione simile: tra il 2011 e l'inizio del 2012 andarono a fuoco una trentina di cassonetti in città. Un danno di oltre 30mila euro. Fu scoperta una mattina di gennaio, quando bruciò l'ennesimo cassonetto mentre andava a scuola. Le furono attribuiti soltanto alcuni incendi e i giudici del Tribunale per i minorenni dichiararono il non luogo a procedere per immaturità, che per i ragazzi equivale a un'incapacità di intendere e volere. «La mia assistita - ha dichiarato Albanese dopo l'interrogatorio - ha la consapevolezza del disagio recato alla città di Pordenone, cose del genere non succederanno più».
Il motivo degli incendi? Non è stato ancora chiarito. È probabile che le risposte che gli investigatori cercano possano arrivare con gli interrogatori dei due complici. I primi incendi (via Beata Domicilla, via Rosaccio e Borgomeduna) sarebbero stati appiccati assieme all'immigrato di origine marocchina. Quelli successivi sarebbero attribuibili al 35enne tunisino bloccato l'altra notte dai carabinieri in via Murri assieme alla donna. Nella sua abitazione sono stati sequestrati indumenti, un cappellino, un accendino, carta igienica e una bottiglietta di alcol. È materiale che i carabinieri stanno esaminando. L'uomo, che ha nominato l'avvocato Alessandro Magaraci, ha fatto richiesta di protezione internazionale ed è in attesa di conoscere l'esito dell'istanza.
In merito ai permessi di soggiorno rilasciati ai due immigrati maghrebini coinvolti nei roghi dei cassonetti saranno chiesti accertamenti alla Questura di Pordenone, non è escluso che nei loro confronti vengano presi dei provvedimenti.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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